giovedì 17 luglio 2025

I pesi e le misure

E finalmente, dopo più di venti mesi di bombardamenti indiscriminati contro Gaza e i suoi abitanti, anche Giorgia Meloni ha detto qualcosa contro il comportamento di Israele e degli assassini comandati da Netanjahu.

La RAI ha definito “durissima” la reazione della presidente del Consiglio che ha dichiarato: «I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta dimostrando da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento».

Già su quel “durissima” ci sarebbe da obbiettare, perché più che un giudizio negativo, mi sembra essere un puro appunto di cronaca. Ma la cosa che lascia esterrefatti è che è la prima volta che dalla orrenda e disumana strage compiuta da Hamas il 7 ottobre 2023 in cui sono stati uccisi oltre 1.200 israeliani e altri 247 sono stati presi in ostaggio e dalla altrettanto orrenda e disumana reazione israeliana che finora ha ucciso circa 100 mila arabi, che Giorgia Meloni sembra essersi accorta che Netanjahu sta lanciando quotidiani e spietati «attacchi contro la popolazione civile».

Potrebbe quasi sembrare – ma è evidente il mio malevolo atteggiamento contro la presidente del Consiglio – che a Giorgia Meloni non sia importato nulla dei circa centomila arabi ammazzati dalle bombe e dai proiettili israeliani, oltre che dalla fame, dalle sete, dalle malattie e dalle ferite che non si riescono a curare, e che altrettanto insensibile sia stata davanti alla morte di sei bambini, che l’altro giorno stavano andando a prendere l’acqua, per quello che è stato definito un «errore tecnico», che evidentemente per loro rientra nella logica delle cose. Ma una ferita alla gamba del parroco della Sacra Famiglia, don Gabriel Romanelli, ha avuto il potere di ridestarla – temporaneamente, mi sentirei di scommettere – e di prendere posizione contro un bombardamento che ha causato altri due morti e undici feriti. Questa volta si sarebbe trattato di «un errore di tiro». 

A darle man forte, poi, è accorso un altro che è stato capace, per tutti questi mesi, di voltarsi dall’altra parte pur di non disturbare Netanjahu, fedele alleato di quell’orrendo Trump che è il punto di riferimento inamovibile di ogni governo di destra. Mi riferisco al ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha detto: «Gli attacchi dell'esercito israeliano contro la popolazione civile a Gaza non sono più ammissibili. Nel raid di questa mattina è stata colpita anche la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, un atto grave contro un luogo di culto cristiano. Tutta la mia vicinanza a Padre Romanelli, rimasto ferito durante il raid. È tempo di fermarsi e trovare la pace». Prima della ferita alla gamba di padre Romanelli, a cui va la mia totale e assolutamente non ironica solidarietà, evidentemente per lui gli attacchi erano perfettamente ammissibili.

Anche Papa Leone XIV si è detto «profondamente addolorato nell'apprendere la perdita di vite e di feriti causati dall'attacco militare alla chiesa cattolica», ma lui ha parlato ogni giorno contro gli attacchi israeliani e non ha avuto bisogno che a essere ferito fosse, un cattolico, un bianco, un prete, per criticare Netanjahu e i suoi killer.

Anche questo dimostra che il discrimine nel giudizio delle persone e dei gruppi politici è dato dalla differenza tra chi si fa guidare dall’umanità e chi pratica la disumanità, una differenza che consiste soprattutto nel fatto che per i primi tutti gli esseri umani meritano lo stesso rispetto e la medesima pietà, mentre per i secondi le differenze tra gli uomini non soltanto sono profonde, ma dipendono esclusivamente dalle visioni e dalle convenienze di chi si sente in diritto di discriminare dando pesi e misure diverse a esseri che sono sempre persone con responsabilità individuali e non indistinguibili particelle di ammassi ipotetici di essesi intruppati sotto una medesima e assurda etichetta.

Dovrebbe bastare questo per decidere da che parte stare e per allontanare da sé coloro che sulle differenze basano la propria politica e il proprio comportamento.

7 commenti:

  1. Caro Gianpaolo, condivido e sottoscrivo ogni parola. Le emozioni che vivono persone come Meloni e Tajani sono legate soltanto alla convenienza. Esseri così sono falsi, anafettivi, egoisti oltre a non saper come governare la barca del Paese.

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  2. Condivido e aggiungo.
    conosco la chiesa di Gaza dove sono stata parecchi anni fa con il gruppo della rivista Confronti.
    Era un centro di appoggio ai palestinesi cristiani .
    Ricordo ancora i colloqui con il parroco di allora ,
    la sua emozione nel dirmi di un bimbo che si ara trovato tremante in briccico o durante un attacco
    dell IDF che allora operava all'interno della striscia.
    Ricordo quel che mi dicevano le suore che assistevano per quel che potavano bambini e mamme di Gaza
    Augusta De Piero_ Udine
    Spero basti così per la mia identificazione

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  3. Non stupisce la reazione Meloni Tajani che per la prima volta hanno preso posizione nei confronti di Israele. L'hanno fatto oggi per convenienze politiche, ed è come non l'avessero fatto mai perchè in quasi due anni di barbarie nei confronti dei palestinesi, suona beffarda una voce di anime deserte che giocano con le vite umane senza alcuna pietà.
    Loretta Fusco

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  4. Eppure.....il governo ha un indice di gradimento intorno al 28%, la premier Meloni circa il 30%. Qui di devastante c'è che un terzo degli italiani la pensa proprio come loro!

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  5. È da mezzo secolo che assisto all’alchimia di pesi e misure diverse, e in tutto questo tempo ho imparato che noi occidentali ne siamo i veri maestri.

    Credo che ciò che conta davvero non sia semplicemente prendere posizione, ma compiere atti autentici, capaci di minare le fondamenta stesse del problema.

    Se oggi la politica è completamente assente, questo non può essere una scusa per voltare le spalle o fare spallucce.

    Persone come Francesca Albanese (Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati – Wikipedia) o la nostra concittadina Valentina Bianchi (intervistata su Udine Podcast – link) hanno avuto il coraggio di esporsi con azioni concrete.

    La prima ha denunciato apertamente chi sostiene questo genocidio; la seconda ha messo a rischio la propria salute con uno sciopero della fame per accendere un faro su questa strage.

    Le parole sono importanti, ma le azioni lo sono ancora di più.
    Spero, presto, di riuscire a compierne una anch’io.

    Michele Menegon

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  6. Tutti sono capaci a parlare ma contano sempre i fatti. Il governo "Meloni" condanna quello che è successo ieri, però ieri ha respinto la proposta dell'opposizione di annullare il "memorandum" con lo stato d'Israele.

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  7. Meloni e la gran parte dei giornali sono un esempio d’ipocrisia e di razzismo.

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