venerdì 23 febbraio 2024

Cattolico vuol dire universale

 

Io non sono un non credente. E questa doppia negazione non presuppone l'affermazione di una mia fede. Infatti, su questo sono uno che nulla sa, tranne il fatto che mai saprà; che al massimo vorrebbe; che considera Dio un ottativo, che se ne considera un simpatizzante, ma che non può giurare che esista un Ente supremo, né che ci sia un aldilà. Credo, invece, senza dubbi al Vangelo e a quello che contiene, alle parole di un Cristo che predica e pratica l’accoglienza come forma di fratellanza e, quindi, di amore reciproco e di pace.

Resto, quindi, sconcertato leggendo purtroppo non pochi commenti postati sui social davanti alla notizia che monsignor Riccardo Lamba è stato nominato nuovo vescovo dell’arcidiocesi di Udine, quale successore di monsignor Andrea Bruno Mazzocato che ha presentato in settembre la rinuncia per raggiunti limiti di età.

Ma più che sconcertato sono schifato: possibile che coloro che hanno scritto quei commenti vergognosi contro un prelato che neppure hanno mai visto non si vergognino di proclamare una guerra contro il nuovo vescovo in parte perché non è friulano, in parte perché pratica l’accoglienza e la vicinanza ai più disagiati e agli ultimi?

Eppure “cattolico” vuol dire universale e non “campanilista”. Eppure Cristo praticava l’accoglienza e non il rifiuto anche nei confronti di Papa Francesco che sta insegnando che la fratellanza (e quindi la pace tra gli esseri umani) deve far premio su tutto.

Se ormai la voglia di destra, di nazionalismo, di razzismo, di separatismo e di contrapposizione non si accontenta più di cancellare il senso dell’esistenza del Parlamento e di effettuare l’occupazione dei mezzi d’informazione, ma vuole anche poter disporre della religione, siamo arrivati al punto in cui ci si deve rendere conto che non si tratta più di normale contrapposizione politica, ma di vera e propria lotta per difendere la democrazia intesa come sistema politico che nasce per ottenere contemporaneamente due risultati: dare voce e potere decisionale alla maggioranza, ma anche per dare voce e rispetto alla minoranza anche perché i due ruoli, in una democrazia non malata, possono – anzi, devono – alternarsi.

A leggere il curriculum vitae di monsignor Lamba, si resta ancor più stupefatti per questa opposizione di tipo razzistico a prescindere: 67 anni, nato a Caracas, in Venezuela e rientrato in Italia, con la famiglia, nel 1965, a 8 anni. Entrato in seminario nel 1984, è stato ordinato presbitero per la diocesi di Roma nell’86. Laureato in medicina, dal 1989 al ’91 è stato assistente del Pontificio seminario Romano Maggiore. Dal ’91 al 2000 è stato assistente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2000 al 2002 è stato Parroco di Sant’Anselmo alla Cecchignola, dal 2002 al ’18 di Gesù Divino Lavoratore e dal 2018 fino e oggi di San Ponziano a Roma. Nel ’22 papa Francesco lo ha nominato vescovo ausiliare a Roma e gli sono stati affidati l’ambito della Chiesa ospitale e “in uscita” e il servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

Un percorso che testimonia, dunque, la disponibilità alla cura degli altri, sia in senso fisico, sia spirituale, una volontà di essere vicino a coloro che soffrono. È il ritratto di una persona che avrebbero voluto avere vicino gli emigranti che per ben più di un secolo hanno dovuto abbandonare alla ventura il Friuli, ma non soltanto il Friuli, per cercare fortuna (intesa come capacità di dar da mangiare ai propri figli) in ogni parte del mondo.

Un popolo che vuole difendere la propria anima deve possedere memoria e capacità di applicarla al presente per prefigurare un futuro migliore. Un popolo che non ha memoria non può nemmeno più chiamarsi popolo. E avere memoria non può limitarsi soltanto a difendere il proprio idioma,

Ma forse le schifezze che ho letto sulla nomina di monsignor Lamba possono essere anche utili in quanto possono essere l’occasione per sbarazzarsi di quell’ipocrisia che da troppo tempo – non per desiderio di pace, ma soltanto per timore di perdere la propria tranquillità – sta anestetizzando la sensibilità di troppa gente che preferisce far finta di non sentire anche quando le parole che invece sente davvero sono assolutamente inaccettabili.

4 commenti:

  1. Caro Gianpaolo si constata che molti bravi cattolici ( almeno così credono di essere) preferiscono l'egoismo alla misericordia. È una constatazione dolorosa che fa dubitare delle loro buone intenzioni e della loro capacità
    di giudicare obiettivamente ciò che accade attorno a loro.

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    1. piu' che far dubitare, rendono palese.Possibile che tu creda ancora alle parole ?

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  2. Caro Gianpaolo, grazie per aver puntato il riflettore anche su questo tema, e sei sempre preciso e puntuale a dare luce a quello che sta accadendo in questo folle mondo che non riconosce più nulla

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  3. Sono gli stessi che inneggiano al Patriarcato di Aquileia come Friuli autonomo, non sapendo che tranne un Di Caporiacco (pure illegittimo), non c'è stato nessun Patriarca friulano (i Della Torre erano esuli milanesi sconfitti dai Visconti). Il 3 aprile si festeggia l'investitura del Friuli a Sigeardo, vescovo e nobile tedesco da parte dell'imperatore di Germania come vassallo.

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