venerdì 19 gennaio 2024

E l’articolo 527 del Codice penale?

Mi hanno insegnato a non criticare mai le sentenze della Magistratura, anche se sono convintamente in disaccordo con il verdetto. E anche questa volta farò così, limitandomi a esporre i fatti e a dare un suggerimento.

Le Sezioni unite della Corte di Cassazione erano chiamate a giudicare otto militanti di estrema destra che hanno fatto il saluto romano a Milano il 29 aprile 2016, alla commemorazione di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, aggredito nel 1975 da un gruppo di attivisti della sinistra extraparlamentare e morto oltre un mese e mezzo dopo per i traumi riportati. Gli aggressori di quella volta furono riconosciuti colpevoli di omicidio volontario.

Gli attuali imputati per il saluto romano erano stati assolti in primo grado e poi condannati in appello. Ora dovranno tornare davanti ai giudici d’appello su dispositivo della Suprema Corte che ha ritenuto che per i saluti romani non vada applicata la legge Scelba (formalmente legge 20 giugno 1952, n. 645) che, in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, introdusse il reato di apologia del fascismo, in quanto – ha stabilito la Corte – «la “chiamata del presente” o “saluto romano” è un rituale evocativo della gestualità propria del disciolto partito fascista», ma che tale legge vada applicata «ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista». E, obbiettivamente, in quella commemorazione molti hanno avuto nostalgia del drammatico ventennio, ma nessuno ha detto, o scritto, «E adesso riorganizziamo il disciolto partito fascista».

Eventualmente, continua la Corte, va valutata la legge Mancino (legge 25 giugno 1993, n. 205) anche se solo «a determinate condizioni» può configurarsi anche il delitto che «vieta il compimento di manifestazioni esteriori proprie o usuali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». E anche in questo caso non risulta che in nessun discorso ufficiale sia stato esplicitato l’odio che il disciolto partito fascista aveva fatto diventare leggi razziste, più che razziali, o esplicitato con una serie di dichiarazioni di guerra e con le feroci e sanguinarie avventure coloniali.

Ineccepibile, dunque, ma mi piacerebbe dare un sommesso consiglio agli avvocati che dovranno affrontare in altre occasioni processi contro i saluti romani che, dopo questa sentenza, sicuramente si moltiplicheranno a dismisura grazie a un senso di impunità gioiosamente subito messo in evidenza da Casa Pound. Provate a tirare in ballo anche l’articolo 527 del Codice Penale, quello in cui si dice che «Chiunque, in luogo pubblico, o aperto, o esposto al pubblico, compie atti osceni è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000. Si applica la pena della reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano».

Perché poco ci può essere di più osceno del comportamento di chi ha nostalgia del partito fascista, di chi rimpiange le sue leggi e i suoi comportamenti, di chi sbeffeggia o addirittura offende coloro che durante la Resistenza hanno dato la vita per ridare la libertà di vita e di scelta agli italiani, di chi oggi sognerebbe di togliere libertà, diritti e pensiero, di chi ambirebbe di riuscire a ridurre la democrazia a un simulacro dietro al quale c’è soltanto autoritarismo.

3 commenti:

  1. Michele Menegon: Caro Gianpaolo, spero che il tuo suggerimento trovi ascolto da qualche avvocato volenteroso e rivoluzionario, poiché sono certo che vedremo molte altre di questi tristi spettacoli.

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  2. Mi era sembrato che la sentenza lasciasse spazio ad interpretazioni, così è stata presentata dai media. E questo mi preoccupa, molto.

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  3. sentenza pilatesca questa della Cassazione (ovvio che le destre si fregano le mani...La Russa in primis). Ma se occorre considerare 'il contesto' dei saluti romani (così dicono gli ineffabili giudici della C.) dai governi Berlusconi in poi ne abbiamo avuti mille di esempi- sommessi o gridati- di richiamo esplicito al fascismo. E per quanto riguarda un 'concreto pericolo fascista', cosa si aspetta, un discorso parlamentare di caporioni neofascisti sul 'bivacco'' per capire che è in atto una vasta e concreta attività negazionista della Resistenza che tocca anche la Costituzione antifascista?

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