Una precisazione
iniziale: non sono mai stato iscritto al PD, come a nessun altro
partito politico, ma nella stragrande maggioranza dei casi, gli ultimi
esclusi, da quando è stato fondato, è stato proprio per il PD che ho
votato.
È stato con lo spirito di ospite,
quindi, che, con tantissime altre persone, sono entrato nella sua sede
dem udinese su invito di Enzo Martines che voleva ragionare, con tutti
coloro che si collocano dal centrosinistra alla sinistra, su quello che è
successo e su come andare avanti non disperdendo ciò che, nonostante la
sconfitta, si è riusciti a costruire.
Ed è stato con lo spirito di ospite
che, per rispetto degli ospitanti, ho scelto di non intervenire per
evitare ogni possibile polemica che non avesse il tempo di essere
sviscerata e analizzata, non andando quindi, verso una sua risoluzione,
ma soltanto verso un ulteriore accumulo di rancori reciproci che
sicuramente a sinistra non mancano, anzi sono talmente diffusi da
rendere l’aria difficilmente respirabile. Preferisco, insomma, affidare
allo scritto quello che penso lasciando a chi lo desidera di cominciare
un dibattito che non sia limitato in poche frazioni di ora e che possa
non essere inquinato dalle istintive reazioni a caldo che spesso vanno
anche oltre l’intendimento di chi le ha.
Nella sede del PD ho sentito molti e
apprezzabili progetti per il futuro, mi sono apparse troppo scarse le
analisi – a dire il vero rinviate a data da destinarsi – sul perché di
una sconfitta, ma è mancato del tutto un argomento che, a mio modo di
vedere, è stato determinante, sul quale avrei voluto intervenire e che,
probabilmente, mi avrebbe fruttato alcuni indispettiti «Fatti i fatti
tuoi». In una serie di interventi tutti circoscritti alla situazione
udinese, infatti, avrei voluto attirare l’attenzione generale sulla
situazione del PD nazionale che, sempre secondo me, ma non credo
soltanto secondo me, ha influito pesantemente anche sui risultati delle
comunali, oltre ad aver creato disastri assoluti a livello nazionale e
regionale. E a chi si fosse sentito offeso dalla mia “intrusione”, avrei
voluto avere il tempo di spiegare che il problema è che questi sono
anche fatti miei.
Provo a spiegarmi con un esempio
astronomico. Attorno al Sole ruotano pianeti, satelliti e asteroidi. I
pianeti sono diventati tali perché a un certo punto della loro genesi si
è creato un nucleo di attrazione talmente potente da far unire a sé i
frammenti che continuavano a orbitare separatamente. Nel frattempo si
sono formati anche altri nuclei di attrazione secondari che sono
diventati i satelliti, più piccoli, ma non privi di importanza: si pensi
a quali problemi angustierebbero la Terra senza il fenomeno delle maree
che dipende per grandissima parte proprio dalla Luna. E poi ci sono gli
asteroidi, piccolissimi e insignificanti, incapaci di unirsi di fase di
genesi, o di riunirsi se relitti di un antichissimo pianeta
disgregatosi per cause a noi sconosciute; sono visti non certamente come
possibili sedi di vita artificiale, ma soltanto, eventualmente come
futuribili porzioni di materia da sfruttare succhiandone le ricchezze.
Il paragone con la nostra situazione
politica mi sembra evidente. Quando il PD ha perduto la sua fisionomia
politica e, quindi, la sua forza gravitazionale, si sono staccati
milioni di asteroidi che non vogliono più sentire alcuna forma di
attrazione, rischiano di allontanarsi ancora di più, fino a uscire
dall’orbita, i vari satelliti; e lo spesso pianeta sta isterilendosi
fino a rischiare di sparire schiacciato dalle forze gravitazionali di
nuovi pianeti che invece stanno crescendo a dismisura.
Fuor di metafora: o il PD a livello
nazionale ritroverà il suo spirito originario, o i disastri, anche a
livello locale saranno terribili e difficilmente riparabili. Sono
convintamente antirenziano e l’archivio dei miei “Eppure…” dimostra
anche che temporalmente sono stato uno dei primi, ma vi prego di credere
che nella mia analisi l’antipatia per Renzi c’entra ben poco, mentre
domina la convinzione che sia necessario avere un PD nuovamente
attrattivo perché anche gli altri corpi celesti del centrosinistra e
della sinistra tornino ad avere un ruolo nella cosmologia della politica
italiana.
Ora si parla sempre più
insistentemente di una nuova separazione in casa PD in cui sarebbe Renzi
ad andarsene per creare, in omaggio alla sua “grandeur”, un proprio
nuovo partito personale modellato su quello di Macron. Si tratta di
movimenti che passano sulla testa delle varie realtà locali? Certamente
sì, ma non del tutto, perché, in previsione del congresso del PD,
indicazioni preziose e importantissime possono arrivare anche e
soprattutto dai responsi delle elezioni locali dei delegati e,
soprattutto dalla preparazione a queste elezioni.
Prego, insomma, il PD di tornare
alle sue origini e di dimenticare chi l’ha portato talmente fuori strada
da fargli perdere oltre cinque milioni di voti. Non sono fatti miei?
Altroché se lo sono. Anzi, lo sono di un numero incredibilmente alto di
italiani.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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