venerdì 25 maggio 2018

Pianeti, satelliti e asteroidi

Una precisazione iniziale: non sono mai stato iscritto al PD, come a nessun altro partito politico, ma nella stragrande maggioranza dei casi, gli ultimi esclusi, da quando è stato fondato, è stato proprio per il PD che ho votato.

È stato con lo spirito di ospite, quindi, che, con tantissime altre persone, sono entrato nella sua sede dem udinese su invito di Enzo Martines che voleva ragionare, con tutti coloro che si collocano dal centrosinistra alla sinistra, su quello che è successo e su come andare avanti non disperdendo ciò che, nonostante la sconfitta, si è riusciti a costruire.

Ed è stato con lo spirito di ospite che, per rispetto degli ospitanti, ho scelto di non intervenire per evitare ogni possibile polemica che non avesse il tempo di essere sviscerata e analizzata, non andando quindi, verso una sua risoluzione, ma soltanto verso un ulteriore accumulo di rancori reciproci che sicuramente a sinistra non mancano, anzi sono talmente diffusi da rendere l’aria difficilmente respirabile. Preferisco, insomma, affidare allo scritto quello che penso lasciando a chi lo desidera di cominciare un dibattito che non sia limitato in poche frazioni di ora e che possa non essere inquinato dalle istintive reazioni a caldo che spesso vanno anche oltre l’intendimento di chi le ha.

Nella sede del PD ho sentito molti e apprezzabili progetti per il futuro, mi sono apparse troppo scarse le analisi – a dire il vero rinviate a data da destinarsi – sul perché di una sconfitta, ma è mancato del tutto un argomento che, a mio modo di vedere, è stato determinante, sul quale avrei voluto intervenire e che, probabilmente, mi avrebbe fruttato alcuni indispettiti «Fatti i fatti tuoi». In una serie di interventi tutti circoscritti alla situazione udinese, infatti, avrei voluto attirare l’attenzione generale sulla situazione del PD nazionale che, sempre secondo me, ma non credo soltanto secondo me, ha influito pesantemente anche sui risultati delle comunali, oltre ad aver creato disastri assoluti a livello nazionale e regionale. E a chi si fosse sentito offeso dalla mia “intrusione”, avrei voluto avere il tempo di spiegare che il problema è che questi sono anche fatti miei.

Provo a spiegarmi con un esempio astronomico. Attorno al Sole ruotano pianeti, satelliti e asteroidi. I pianeti sono diventati tali perché a un certo punto della loro genesi si è creato un nucleo di attrazione talmente potente da far unire a sé i frammenti che continuavano a orbitare separatamente. Nel frattempo si sono formati anche altri nuclei di attrazione secondari che sono diventati i satelliti, più piccoli, ma non privi di importanza: si pensi a quali problemi angustierebbero la Terra senza il fenomeno delle maree che dipende per grandissima parte proprio dalla Luna. E poi ci sono gli asteroidi, piccolissimi e insignificanti, incapaci di unirsi di fase di genesi, o di riunirsi se relitti di un antichissimo pianeta disgregatosi per cause a noi sconosciute; sono visti non certamente come possibili sedi di vita artificiale, ma soltanto, eventualmente come futuribili porzioni di materia da sfruttare succhiandone le ricchezze.

Il paragone con la nostra situazione politica mi sembra evidente. Quando il PD ha perduto la sua fisionomia politica e, quindi, la sua forza gravitazionale, si sono staccati milioni di asteroidi che non vogliono più sentire alcuna forma di attrazione, rischiano di allontanarsi ancora di più, fino a uscire dall’orbita, i vari satelliti; e lo spesso pianeta sta isterilendosi fino a rischiare di sparire schiacciato dalle forze gravitazionali di nuovi pianeti che invece stanno crescendo a dismisura.

Fuor di metafora: o il PD a livello nazionale ritroverà il suo spirito originario, o i disastri, anche a livello locale saranno terribili e difficilmente riparabili. Sono convintamente antirenziano e l’archivio dei miei “Eppure…” dimostra anche che temporalmente sono stato uno dei primi, ma vi prego di credere che nella mia analisi l’antipatia per Renzi c’entra ben poco, mentre domina la convinzione che sia necessario avere un PD nuovamente attrattivo perché anche gli altri corpi celesti del centrosinistra e della sinistra tornino ad avere un ruolo nella cosmologia della politica italiana.

Ora si parla sempre più insistentemente di una nuova separazione in casa PD in cui sarebbe Renzi ad andarsene per creare, in omaggio alla sua “grandeur”, un proprio nuovo partito personale modellato su quello di Macron. Si tratta di movimenti che passano sulla testa delle varie realtà locali? Certamente sì, ma non del tutto, perché, in previsione del congresso del PD, indicazioni preziose e importantissime possono arrivare anche e soprattutto dai responsi delle elezioni locali dei delegati e, soprattutto dalla preparazione a queste elezioni.

Prego, insomma, il PD di tornare alle sue origini e di dimenticare chi l’ha portato talmente fuori strada da fargli perdere oltre cinque milioni di voti. Non sono fatti miei? Altroché se lo sono. Anzi, lo sono di un numero incredibilmente alto di italiani.

Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/

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