La decisione di
Renzi di esprimere palesemente che «Confermiamo la fiducia nei vertici
di Finmeccanica» anche dopo la sentenza di condanna per l’Italia da
parte della Corte di Giustizia europea di Strasburgo con riferimento
alla mattanza del G8 di Genova già di per sé meriterebbe un approfondito
commento di desolazione e ci farebbe attendere altri commenti - che
quasi certamente non arriveranno mai - da parte di Matteo Orfini che
chiedeva l’allontanamento da Finmeccanica del presidente De Gennaro,
allora capo della Polizia, e di Debora Serracchiani che si affidava alla
sua presunta coscienza.
Ma ancora di più mi sembra utile
soffermarmi sulla frase con cui Renzi ha accompagnato la sua
dichiarazione principale: «Vorrei si parlasse di responsabilità della
politica, talvolta: è facile parlare della responsabilità delle forze
dell'ordine, dei manifestanti. Ma oggi sarebbe assurdo e inutile aprire
una discussione del genere. Per il rispetto che dobbiamo a Finmeccanica,
agli azionisti e a chi ha fiducia in questa società sui mercati,
diciamo che il governo non ha alcun dubbio su De Gennaro».
La prima parte è ineccepibile:
finalmente qualcuno che non sia all’opposizione punta il dito contro le
responsabilità della politica in tutti gli scontri sociali e soprattutto
per quello che non soltanto ha tollerato, ma ha addirittura indotto a
Genova. La maggior parte di noi non ha minimamente dimenticato quello
che hanno fatto Scajola e Fini nella sala comando del cosiddetto ordine
pubblico per il G8. E nessuno ha mai dubitato che eseguissero - anche se
più che volentieri - gli ordini di Silvio Berlusconi che, sacerdote
dell’apparenza, voleva dare al mondo l’idea che tutta l’Italia fosse
disciplinatamente con lui e con i suoi sogni di disparità sociale. E, a
rincarare la dose, nessuno può dimenticare che tutto il centrodestra di
allora, Lega compresa, si è schierata compatta in difesa dei picchiatori
e contro i picchiati. Esattamente come sta ripetendo adesso.
Ma allora la domanda è inevitabile:
come fa Renzi, autoproclamatosi uomo democratico e di sinistra, a
mettersi d’accordo per “cambiare” l’Italia con Berlusconi e con coloro
che sono responsabili di uno dei peggiori atti antidemocratici che si
siano mai visti in questo Paese? Dire che De Gennaro non è responsabile
del comportamento della polizia al G8 di Genova equivarrebbe a dire che
Berlusconi non è stato responsabile dello sfascio anche etico a cui ha
portato l’Italia perché la colpa è stata dei suoi ministri. Perché
nominare un capo in un organismo gerarchicamente organizzato se non per
dare ordini e per controllare costantemente che i suoi ordini siano
eseguiti, proprio perché anche politicamente importanti?
«Aprire oggi una discussione del
genere», non mi sembra per niente assurdo. O, quantomeno, mi sembra meno
assurdo che dichiarare che un ex capo della Polizia è la persona più
adatta per sedere ai vertici della più grande industria pubblica
italiana.
Ma l’abisso di pochezza renziana si
spalanca con la franse in cui tenta di giustificare la sua decisione con
«il rispetto che dobbiamo a Finmeccanica, agli azionisti e a chi ha
fiducia in questa società sui mercati». E non si deve rispetto a chi è
stato picchiato, ferito, storpiato dai poliziotti con il casco in testa?
Non lo si deve alla memoria di Carlo Giuliani?
Non so se è vero che - come diceva
Andreotti - il potere logora chi non ce l’ha. Ma so per certo che al
potere è arrivato uno che ha ben presente che preferisce logorare chi è
già molto logorato e lasciare in pace chi già dispone di altri poteri.
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