venerdì 2 agosto 2013

Lo show non è finito

Se qualcuno pensa che lo show sia finito, o che almeno sia vicino alla fine, si sbaglia di grosso. Una condanna definitiva è definitiva per chiunque, ma Berlusconi e i suoi sono convinti che per Berlusconi questo non valga.
I segnali sono molteplici e chiari. Il guitto mummificato appare in televisione recitando non molto efficacemente la parte dell’emozionato e attacca ancora a testa bassa la magistratura annunciano sia la rinascita di Forza Italia, sia la continuazione della lotta alla democrazia. La sua devota servitrice Biancofiore consegna nelle sue mani – e non in quelle del presidente del Consiglio – la delega al sottosegretariato, a dimostrare che tutto l’entourage berlusconiani è al servizio del capo e non della Repubblica. Riprendono forza le voci che vogliono la figlia Marina alla testa del partito, ovviamente non per capacità politiche, ma in quanto, come parente stretta può essere una delle poche persone che potranno avere contatti con Berlusconi agli arresti domiciliari. Fin da subito si è cominciato a mettere in campo ipotesi di cavilli interpretativi delle leggi apparentemente chiare per evitare che venga espulso dal Senato e che diventi ineleggibile. Il PD continua a baloccarsi con la finzione dell’unico governo possibile e con la realtà dell’unico governo al mondo nelle mani di un pregiudicato.
E si potrebbe andare avanti a lungo su questa strada indicando ipocrisie come quella di Grillo senza la cui immobilità Berlusconi sarebbe già stato messo ai margini del Parlamento da molti mesi e pure falsità dei berlusconiani come quella che indica improvvisamente come comunista una sezione di Corte di Cassazione che fino a ieri mattina era indicata come un punto di riferimento per la giustizia.
Lo show, quindi proseguirà. Ma, come per le malefatte di Berlusconi era costituzionalmente giusto fare riferimento alla magistratura (che ha ancora un bel po’ da fare con il medesimo imputato) e non alla politica, così ora, per il lavorio di intorbidamento della politica, l’unica via possibile è, appunto, quella politica. Un’azione seria in questo senso è l’ultima occasione per il PD non soltanto per riconquistare almeno parte del proprio elettorato possibile, ma anche per sopravvivere.

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