sabato 23 marzo 2013

Benedetta irragionevolezza

In questa fase di una legislatura che ancora non sa se riuscirà a venire al mondo le strategie sono chiarissime.
Berlusconi, come sempre, ha in testa soltanto i suoi affari personali e i suoi problemi giudiziari e per questo spera a tutti i costi di arrivare a un “governissimo” che, nelle trattative, gli possa assicurare affari e impunità. Sa benissimo che con il PD il rapporto si romperebbe in un paio di settimane, ma intanto punta a portare al Quirinale un suo uomo di fiducia che possa difenderlo anche dopo.
La Lega è ingolosita dalla “Camera delle autonomie”, ma Berlusconi continua a ripetere che le cose devono farle assieme a lui, altrimenti fa saltare le giunte di Piemonte, Lombardia e Veneto.
Monti è ancora frastornato dall’insuccesso elettorale e tenta confusamente di trovare una strada che possa ridare a sé e ai suoi un ruolo di qualche importanza, pur sapendo che in nessuna maniera potrebbe essere determinante.
Gianroberto Casaleggio, il suo portavoce Beppe Grillo e i portavoce del portavoce Vito Crimi e Roberta Lombardi vogliono soltanto dire di no, a continuare a dire falsità («Siamo il primo partito in Italia», mentre i dati ufficiali danno 8.932.523 voti al PD e 8.784.499 al M5S alla Camera, mentre al Senato il divario è di quasi un milione e mezzo in favore del PD), a pretendere cose che nessun artificio politico potrebbe far realizzare («Napolitano dia l’incarico a noi», pur sapendo che resterebbero esigua minoranza visto che, come loro non appoggiano nessuno, nessuno appoggerebbe loro soprattutto su bestialità come l’uscita dall’euro), e a puntare tutto sul costringere il PD ad andare al governo con il PDL sapendo benissimo che alle prossime e in tal caso vicinissime elezioni, molti elettori del PD smetterebbero di andare a votare.
Il PD non si smentisce continuando a sostenere ufficialmente il tentativo di Bersani, ma lavorando indefessamente sotto sotto (ma Veltroni non doveva andare in Africa? Magari portandosi dietro un bel po’ di suoi amici) per far fallire il tentativo con una gamma incredibile di motivazioni e obbiettivi diversissimi.
In questa ridda di ragionamenti e piani strategici mi piace sempre di più la follia di Bersani che, pur conscio di tutte queste realtà (e anche di una sinistra estrema che si ricandiderebbe contro – come in Friuli Venezia Giulia – in caso di nuove elezioni, continua a lavorare per trovare una strada che consenta all’Italia non soltanto di sopravvivere a questo drammatico momento economico, ma anche di cambiare davvero per diventare finalmente un po’ più civile. E lo fa pur sapendo che probabilmente non ce la farà e che l’insuccesso porrà fine alla sua leadership nel PD.
George Bernhard Shaw scrisse: «L’uomo ragionevole si adatta al mondo; l’irragionevole insiste nel tentare di adattare il mondo a sé. Quindi, ogni progresso dipende dall’uomo irragionevole». Spero davvero che la benedetta irragionevolezza di Bersani abbia successo e che ce la faccia a superare l’ostacolo della fiducia: poi alcuni cambiamenti necessari potranno essere fatti e, finiti questi, si potrà tornare alle urne con bilanci più chiari per tutti.

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