domenica 10 ottobre 2021

Il punto di vista

CGILSono sempre più convinto che stiamo guardando le cose da un punto di vista sbagliato. Anche il vergognoso assalto alla sede centrale della CGIL a Roma durante una manifestazione dei no-vax e no-green pass viene interpretata come la manipolazione da parte dei fascisti (non mi sembrano davvero neo-) di una massa di persone che volevano protestare pacificamente per quelli che ritengono essere loro diritti. E, quindi ci si limita a lanciare proclami contro ogni restaurazione dei gruppi politici che si rifanno alla cupa violenza del ventennio dittatoriale italiano, dicendo che mai il fascismo tornerà nel nostro Paese. Il tutto mentre impunemente Meloni e Salvini chiedono a gran voce le dimissioni della Lamorgese, ministra degli Interni.

Per prima cosa, dovrebbero essere gli italiani a chiedere a gran voce a Meloni e Salvini le dimissioni dal loro ruolo di segretari di partiti perché sono proprio loro ad aver allevato, coccolato, ispirato, tentato di sdoganare i vari gruppuscoli violenti che si ispirano al fascismo e al nazismo che, a parte che per il colore delle camicie, proprio tanto diversi non erano. E già qui un primo errore comincia a essere evidente. Abbiamo sempre ritenuto che i due leader si comportassero così per bassi interessi elettorali: ora, con tutte le cose che sono accadute e che stanno accadendo, appare sempre più evidente che il loro comportamento non dipende da pur schifose convenienze, ma che probabilmente deriva da vere e proprie convinzioni sociali e politiche.

Secondo aspetto, ancora più importante: siamo davvero sicuri che ci sia tanto da distinguere tra i fascisti che godono nel trasformare in violenza tutto quello che riescono a toccare e i gruppi di no-vax e no-Green pass che, con il loro comportamento, si mettono nelle condizioni di essere dei potenziali assassini? Perché non ci sono dubbi possibili sul fatto che, se, anche a differenza di molti altri Paesi, siamo riusciti a limitare all’enorme cifra, comunque ancora in crescita, di oltre 130 mila morti il numero delle vittime del Covid, lo dobbiamo esclusivamente ai vaccini e alle forme di limitazione nelle partecipazioni comuni a luoghi e avvenimenti e all’obbligo di praticare certe prevenzioni personali, come l’uso delle mascherine. Ripeto: non ci sono dubbi possibili, almeno se non si è in malafede, o non si è in grado di leggere la realtà.

Non vedo differenze sostanziali tra chi mette a repentaglio la vita altrui con la violenza fisica e chi fa la stessa cosa esponendo a un contagio potenzialmente mortale chiunque incontri. In entrambi i casi si tratta di disprezzo per la vita umana (quella altrui, ben s’intende).

E non si venga a parlare di dittatura sanitaria, o di libertà conculcata. C’è qualcuno che seriamente può pensare che l’esame della patente sia previsto per dimostrare semplicemente di saper usare contemporaneamente volante, freno, acceleratore e frizione e non per assicurare la società che sulle strade possano andare soltanto persone in grado di evitare di trasformare le automobili in potenziali armi mortali nei confronti dei passanti, o di altri automobilisti?

Forse l’errore da cui tutto discende consiste nel fatto che si pensa che sentirsi democratici corrisponda a dover lasciare che ognuno dica e faccia tutto quello che gli passa nella testa. Non è così. Chi può ritenere lecito che si possa incitare alla violenza, o all’omicidio? Chi accetta che la propria proprietà possa essere messa in discussione? Chi andrebbe a bere un caffè in un bar nel quale chi sta dietro il banco è affetto da quella tubercolosi ormai quasi del tutto scomparsa grazie al progredire di quella scienza che i no-vax rifiutano? Eppure non c’è più alcun obbligo, come una volta, di possedere un libretto sanitario che controlli periodicamente le eventuali malattie in atto.

Probabilmente bisognerebbe fare un ripasso non soltanto dell’idea di “delega”, ma anche del significato della parola “libertà” e della sua differenza con il concetto di “arbitrio”. Se non lo si farà, sarà sempre più priva di ostacoli la strada che permetterà non il ritorno del fascismo che, nonostante le parole della Costituzione, è già tornato e ha messo non poche radici, ma del suo rafforzamento che mette in pericolo non soltanto la democrazia, ma la civiltà stessa del nostro Paese.

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