È sempre molto
difficile non incorrere nei rischi di una querela per termini offensivi,
quando si parla di Pietro Fontanini, purtroppo sindaco di Udine. E
questa volta l’impresa appare ancora più difficile. Ma farò il
possibile.
I fatti. Questa volta fissa la
celebrazione di una nuova festa cittadina, il 2 maggio, e dice: «A
liberare Udine in maniera formale furono gli alleati, non i partigiani.
Quest’anno ricorderemo quell’avvenimento a 75 anni di distanza. Voglio,
però, rassicurare che sta provando a fare polemica: non c’è alcuna
intenzione di sminuire il 25 aprile, data a cui tengo molto e che sarà
celebrata come sempre in piazza Libertà».
Esaurito velocemente il capitolo dei
sentiti ringraziamenti perché il sindaco pro tempore ha deciso di non
cancellare la festa nazionale del 25 aprile e di lasciarla celebrare in
piazza Libertà, viene anche spontaneo l'esaltare questo puro sprazzo di
genio fontaniniano che gli permette di lasciare che sopravvivano anche
le vecchie abitudini comuniste, in quanto ha deciso di cambiare la Festa
della Liberazione nella Festa dei Liberatori. Cioè non si celebra più
la cacciata dei nazifascisti – concetto decisamente sgradito a non pochi
degli alleati del temporaneamente occupante di palazzo D’Aronco – ma si
intente festeggiare soltanto coloro che questa cacciata hanno reso
evidente entrando per primi in città.
Peccato soltanto che Fontanini,
forse prostrato dall'improvviso e abbacinante colpo di genio, si sia
fermato troppo presto: perché festeggiare tutti gli alleati se i primi a
entrare in città sono stati alcuni maori neozelandesi e un po’ di
carristi statunitensi. E, per non restare ancora troppo sul vago, perché
non citare nome per nome tutti questi militari per evitare che altri ne
possano usurpare la gloria?
Per Fontanini, poi, è troppo
scomodo, o difficile, pensare che per i partigiani era un po’ ridicolo
entrare in città, visto che c’erano già dentro. E non erano neanche
pochi.
Lui non vuole sminuire il 25 aprile?
Certo. Esattamente come non vuole sminuire il simbolo di Auschwitz,
quando nella cerimonia in ricordo delle deportazioni nazifasciste, parla
quasi esclusivamente delle foibe titine.
Assicuro che, quando succederà, non
andrò a sottilizzare su chi libererà Udine da Fontanini e dai suoi
complici. Mi limiterò ad abbracciarli con la massima gratitudine
possibile.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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