Contrariamente a
quello che non pochi pensano, il primo compito di un leader democratico
non è quello di vincere le elezioni successive; consiste, invece, nel
difendere la democrazia, creatura preziosissima e sempre molto fragile;
difenderla cercando di salvaguardare le sue istituzioni e di far vivere
nella maniera migliore possibile i propri cittadini. Tenendo sempre
presente che, in questa ricerca del vivere meglio, l’economia è
importante, ma che non può essere elevata in posizione tale da mettere
in pericolo, o addirittura da cancellare, l’etica e i suoi valori perché
altrimenti, alla lunga, sarà proprio la democrazia a essere cancellata.
Dopo molti anni di silenzio su questo
argomento primario, finalmente a sinistra si è ricominciato a parlare di
futuro, perché quello smisurato presente che tutto sembrava assorbire,
facendo dimenticare il passato e non progettare il domani, è diventato
talmente brutto e pauroso da costringere a sforzarsi di uscirne al più
presto. E anche, finalmente, a capire che bisogna muoversi in fretta
perché di giorno in giorno diventa sempre più concreta la minaccia di
perdere valori, diritti e democrazia, parole nobilissime che sembrano
avere cambiato significato e sostanza nella bocca della destra estrema,
violenta, razzista, xenofoba, capace di minacciare, come per Maria
Lucis, se nascosta dalla moltitudine del branco, o dall’anonimato dei
social network, incarnata da Salvini e dei suoi complici grillini che
gli permettono di andare avanti sulla sua strada con un misto di voluttà
di servilismo che si lega alla paura di perdere poltrone che hanno
trovato di grande comodità, mescolata alla tradizionale presunzione e
ignoranza che fa credere loro di sapere sempre più di chi davvero sa,
che siano medici, scienziati, economisti; che fa sbertucciare le
istituzioni facendo dire al loro capo, da un po’ abbastanza silenzioso
per togliere se stesso e la Casaleggio Associati dalla luce dei
riflettori, che i posti in Parlamento potrebbero essere addirittura
estratti a sorte, negando in un sol colpo sia la democrazia, sia quella
meritocrazia di cui Grillo si è sempre riempito la bocca, ma lasciandola
evidentemente del tutto vuota.
Molti, per far capire cosa sta
accadendo oggi, hanno tirato in campo il ricordo della Repubblica di
Weimar che fu il prodromo della salita al potere di Hitler e del
nazismo. Credo, però, che per capire come uscire da questa situazione,
sia più opportuno dare un’occhiata all’invasione sovietica di Praga, di
cui proprio in questo mese si è celebrato il cinquantesimo anniversario,
e che è stata decisa per il timore del progetto politico di Dubcek che
voleva instaurare quello che è stato definito il “comunismo dal volto
umano”. Un progetto che, dal punto di vista di Mosca, era rivoluzionario
e terribilmente destabilizzante, ovviamente non per il termine
“comunismo”, ma per la specificazione “dal volto umano” che sottolineava
come un’ideologia, pur nata per la ricerca della giustizia sociale,
avesse bisogno di riacquistare quella umanità dalla quale si era
allontanata per i burocratici calcoli di potere messi in campo da chi
aveva in mano lo scettro del comando.
Probabilmente oggi, per sperare di
uscire dal buio buco in cui siamo caduti, bisognerebbe applicare la
specificazione “dal volto umano” al termine “democrazia” che ha visto
deturpare il proprio volto, tanto da diventare non appetibile, se non
proprio sgradita, dai tanti che ne hanno approfittato per fare i propri
interessi in quella che è stata definita la “Prima Repubblica”, poi, più
dichiaratamente, nel periodo berlusconiano, in quello renziano e, oggi,
in quello del governo giallo-bruno, che è sicuramente il meno umano di
tutti.
So bene che molti si adonteranno del
fatto che abbia inserito Renzi (ma certamente non l’unico, a sinistra)
tra i colpevoli di questo sfascio, ma credo sia necessario ricordarlo,
visto che l’ex presidente del Consiglio continua a dire di interessarsi
d’altro, ma a riempire giornali e televisioni di dichiarazioni che
confermano il suo inalterato protagonismo. Su di lui, una considerazione
e una domanda. La considerazione è che con il suo affannoso rincorrere
la destra nella speranza di recuperare voti, Renzi ha distrutto il
simbolo della sinistra e, come insegna l’etimologia che affonda le sue
radici nella saggezza dell’antica Grecia, chi distrugge un simbolo (che
deriva da syn-bállein, mettere insieme, unire) finisce inevitabilmente
per evocare e materializzare il suo opposto, il diavolo (che deriva da
dià-bállein, separare, dividere), quel demonio che sembra non aver
ancora finito di distruggere quel popolo che aveva saputo trasformare
alcuni sogni in realtà e che voleva materializzare ancora altre utopie.
La domanda, invece, chiede di riflettere a cosa succederebbe oggi, se la
riforma costituzionale e la nuova legge elettorale volute da Renzi
fossero andate in porto e potessero essere usate oggi da Salvini per
dilatare ulteriormente la sua prepotenza. Molti non vogliono, né possono
dimenticarsene, e una presenza di Renzi e di altri che già hanno
fallito diventerebbe una zavorra troppo pesante per lasciar decollare la
rinascita di qualsiasi formazione di sinistra. Occorrono, invece, volti
nuovi che sappiano adattare alla realtà idee vecchie, ma non desuete;
che sappiano coniugare in progetti credibili la nuova società e tutti
quei valori etici ai quali non è accettabile rinunciare. Forse sarebbe
anche il caso di trovare anche un nome diverso da quello che è legato
ormai a troppe sconfitte, ma l’importante, pur nell’epoca della
apparenza, continua a essere il contenuto e non il contenitore. Ma
bisogna riuscir a far capire anche questo e lo si può fare soltanto con
un “volto umano”.
Ne parlo perché questo auspicato
decollo è decisamente urgente e può essere possibile soltanto se, al di
là degli uomini, ci sarà un recupero di quella umanità che si nutre di
convinzioni, di valori e di ideologie. E, a proposito di questo, ormai
appare evidente che nessuno è più integralista degli integralisti laici
che dicono che tutte le ideologie devono essere annullate, combattute,
distrutte. Sono come gli ateisti che non soltanto non credono in Dio, ma
per negarne l’esistenza al di là di ogni dubbio, creano una propria
religione che, tra l’altro, li rende liberi di cambiare atteggiamento
ogni volta che lo desiderano.
E deve essere un recupero urgente
perché non può bastare confidare nel tempo e nel fatto che ogni
satrapia, nella vana convinzione della propria superiorità finisce per
perdere i contatti con la realtà e per condannare se stessa. Pensate a
quanto tempo e denaro viene oggi assorbito dalla crudele e inutile lotta
contro l’accoglienza a detrimento di mille altri problemi reali,
spinosi e più importanti e provate a ricordare come, sempre per motivi
razzistici, i nazisti finirono per indebolire il proprio esercito
privilegiando, nell’uso dei treni, i trasporti degli ebrei verso i campi
di sterminioe togliendoli al rifornimento di materiali, munizioni e
sussistenze ai soldati al fronte. Vien da dire che i razzisti vengono
accecati da se stessi.
Non si può aspettare perché i
disastri aumentano ogni giorno in progressione geometrica, ma anche
perché la prima cosa da fare è quella di ridare un volto umano e
finalmente davvero partecipato alla democrazia. E questo lo si può fare
benissimo fin da subito perché, se non siamo riusciti a evitare che
rovinassero l’Italia, dobbiamo impegnarci al massimo perché dai
nazionalismi e dai razzismi, dall’odio e dalla paura non venga travolta
anche la già fragile Europa per la quale si voterà in primavera.
Rischierebbe di essere una strada senza ritorno.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
Nessun commento:
Posta un commento