giovedì 21 aprile 2016

Un desiderio per il 25 aprile

Nessuno può appropriarsi della festa del 25 aprile che, ancor prima e ancor più del 2 giugno è, secondo me, la vera festa nazionale italiana. Nessuno può appropriarsene e, quindi, tantomeno io. Ma un desiderio vorrei proprio esprimerlo: mi piacerebbe che dei valori della Resistenza non parlassero né coloro che vogliono cambiare la Costituzione, né quelli che, con varie motivazioni, o per logica di partito, voteranno a favore di questo cambiamento.
Vorrei che avessero il buon gusto di non farlo perché hanno detto che una delle motivazioni che li hanno spinti è che i padri costituenti hanno commesso degli “errori costituzionali”. E lo hanno detto per giustificare lo scempio che stanno tentando di fare della nostra Costituzione, per distruggerne gli equilibri istituzionali, anche se sanno benissimo che non di “errori” costituzionali si è trattato, ma di scelte politiche e sociali razionali e che la Carta fondamentale adottata ha consentito di raggiungere una democrazia solida, la pace interna, un perimetro politico ben chiaro per contenere lo scontro tra i partiti e, se permettete, anche il raggiungimento di un benessere materiale che – sarà casuale – ha cominciato a scemare proprio quando l’impianto istituzionale entrato in vigore il primo gennaio 1948 ha cominciato a subire i poderosi colpi di chi voleva accentrare il potere nelle mani dell’esecutivo a scapito di tutti gli altri poteri, compreso quello del popolo, cioè la democrazia. Praticamente, procedendo sulla medesima strada, ha cominciato a camminare Craxi, ha continuato Berlusconi e spera di portare alla conclusione questa vergogna Renzi.

Ricordo che alcuni anni fa ho scritto che il partigiano Enzo Biagi sui monti dell’Appennino emiliano aveva compreso l’enorme valore del “diritto di resistenza” e ne aveva fatto tesoro tanto da elaborarlo in “dovere di resistenza” in ogni giornata della sua vita personale e professionale. E continuavo dicendo che il 25 aprile non poteva appartenere contemporaneamente a Enzo Biagi e a chi lo aveva fatto cacciare dalla Rai con un editto dalla Bulgaria. Perché la Resistenza non è di tutti.

Oggi non posso non ricordare che i padri costituenti erano per la maggior parte donne e uomini che avevano partecipato in prima persona alla Resistenza, mentre chi li accusa di aver sbagliato è uno che è riuscito ad arrampicarsi dove è ora senza neppure essere stato mai eletto.

Forse, a pensarci bene, un errore i padri costituenti lo hanno davvero commesso: quello di aver lasciato aperto un pertugio istituzionale nel quale Renzi è riuscito a infilarsi senza essere mai stato mandato lì dagli italiani. Ma anche in questo caso la Resistenza continua a non essere di tutti.

Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/

Nessun commento:

Posta un commento