Pare incredibile
come un piccolissimo segno grafico – un trattino – possa diventare
protagonista del dibattito politico. Eppure era già successo quanto il
Friuli – Venezia Giulia è diventato Friuli Venezia Giulia e molti si
erano assurdamente illusi che la cancellazione di una lineetta potesse
corrispondere alla cancellazioni delle differenze e delle diffidenze
esistenti tra due storicamente diverse.
Ora si discute se inserire
nuovamente il trattino tra le parole “centro” e “sinistra”, oppure se
lasciare le due parole unite tra loro, sottintendendo che quel piccolo
segno lascia pensare a un’alleanza, mentre la sua assenza fa presupporre
un’unione. Per la restaurazione del trattino si esprimono il prodiano
Franco Monaco e il deputato pd Carlo Galli; a guardare con orrore alla
sua restaurazione è Arturo Parisi che afferma che non avrebbe senso
dividersi per poi allearsi; in pratica, ricreando l’Ulivo dopo che si è
fatta tanta fatica per costruire il PD. Come se la fatica fatta per
realizzare una cosa sbagliata potesse renderla automaticamente giusta.
Per fortuna, mentre alcuni discutono
se tenere o meno il trattino, altri si danno da fare. Sono stati
presentati svariati ricorsi contro l’Italicum alle Corti d’appello con
lo scopo di finire in breve davanti alla Consulta a denunciare
l’incostituzionalità di una legge che non ha tenuto conto dei principi
affermati dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza che ha
cancellato il Porcellum. E sono stati presentati in Cassazione anche due
quesiti referendari, mentre si sta già cominciando a lavorare per il
referendum nel quale si conta di affossare la cancellazione del Senato.
E intanto, mentre anche Corradino
Mineo è uscito dal gruppo PD al Senato, in previsione delle importanti
amministrative di primavera si comincia già a tentare di costruire una
nuova realtà di sinistra che difficilmente potrebbe già puntare a
vincere, ma che ha lo scopo di raggruppare tutti gli insoddisfatti del
PD – molti dei quali altrimenti non andrebbero neppure a votare – per
far capire al PD che la sua svolta a destra non è accettata e che
soltanto tornando a guardare socialmente e politicamente a sinistra e
non distruggendo il nostro patrimonio costituzionale questo partito
potrà avere ancora un futuro.
Alle preoccupazioni di Parisi che
spera che il PD non subisca scissioni, si può tranquillamente rispondere
che con l’Ulivo vinceva Prodi che realizzava cose di sinistra. Con il
PD vince Renzi che realizza cose di destra. Non si tratta soltanto della
presenza, o meno, di un trattino, ma di vera e propria sostanza
politica e sociale. Per dirla con un linguaggio caro a Bersani, di una
ditta totalmente diversa da quella di una volta.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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