A Udine il
presidente del consiglio pro tempore, Matteo Renzi, ha detto che
«abbassare le tasse non è né di destra, né di sinistra: è giusto». Ed è
rimasto lì ad aspettare gli applausi che doverosamente spettano a ogni
frase a effetto. Teoricamente tutti potrebbero limitarsi ad applaudire e
ad annuire davanti alle acrobazie oratorie dell’ottimista toscano e poi
passare a pensare a come spendere i tanti euro che rimarranno loro in
più in tasca.
Ma i meno distratti non possono non
ricordare che in un libretto che Renzi vuole cambiare a tutti i costi in
alcune sue parti – e soprattutto nello spirito – e che si chiama
“Costituzione”, si precisa, all'articolo 53, che «Tutti sono tenuti a
concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva» e che «Il sistema tributario è informato a criteri di
progressività». E, quindi, che tagliare, sia le tasse di poche centinaia
di euro ai meno abbienti, sia quelle di alcune migliaia di euro ai più
ricchi non soltanto non è giusto, ma finisce per realizzare una
progressività al contrario.
Dalla frase di Renzi, comunque,
deriva, lapalissianamente, che aumentare le tasse non è né di destra, né
di sinistra: è sbagliato. E, allora, proviamo a non dimenticare che,
nei vari sistemi per recuperare i soldi della mancata tassazione della
prima casa, c’è pure quello di inserire nel reddito – e, quindi da
tassare – anche la cosiddetta “indennità di accompagnamento” che va ad
aiutare a provvedere alle esigenze di chi non è più in grado di
camminare, o di provvedere ai comuni atti della vita a causa di
un’invalidità al 100 per cento.
È vero che, non essendo legata al
reddito, l’accompagnatoria potrebbe riceverla anche Berlusconi, ma sta
di fatto che finora andava ad alleviare le condizioni di vita di
migliaia di famiglie che soltanto così potevano assistere, o far
assistere, un loro congiunto davvero invalido. Ora questa novità crea
una serie di disastri non soltanto economici, ma soprattutto umani:
intanto, visto che è tassata, diminuisce; poi, facendo aumentare il
reddito, può non soltanto rischiare di far scattare nuove aliquote, ma,
soprattutto, di togliere ai “beneficiari” il diritto ad altri aiuti e
abbattimenti.
Ma anche in questo caso, della
progressività costituzionale e, quindi, obbligatoria nella contribuzione
ai bisogni dello Stato tra poveri e ricchi, nell’attuale governo
nessuno sembra fare la minima attenzione.
Il fatto è che quando Renzi dice che una cosa «non è né di destra, né di
sinistra, ma giusta», dimostra di sapere benissimo cos’è di destra, ma
di avere soltanto vaghissime idee di cosa sia di sinistra. E che,
quindi, anche il suo concetto di giusto ne risulta piuttosto nebuloso.
Un’ultima cosa: probabilmente per il
fatto che sono sempre andato a votare alle primarie del PD, e, quindi,
da quel partito sono considerato “simpatizzante”, questa mattina presto
ho ricevuto una mail firmata dai vicesegretari Lorenzo Guerini e Debora
Serracchiani e dal tesoriere Francesco Bonifazi, nel quale mi si chiede
di abbonarmi all’Unità perché « è un patrimonio di tutto il Paese, ma è
soprattutto un nostro pezzo di storia di cui avere cura». E poi si
aggiunge che «ogni suggerimento, critica, idea è non solo benvenuta, ma
preziosa per fare un altro passo avanti». Un suggerimento lo regalo
volentieri: abbiate davvero cura di quella testata e tornate a fare un
giornale e non più un illeggibile foglio di propaganda e di idolatria
del capo e allora volentieri potrei anche pensare, se non di abbonarmi,
almeno di tornare a leggerlo.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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