È tempestiva e assolutamente condivisibile l’analisi (e la condanna) che Guido Crainz fa, su “la Repubblica”,
della frase con cui Renzi, con grave e sicuramente voluta
sottovalutazione, ha parlato dell’antiberlusconismo come di un fenomeno
di settarismo e, quindi, come di una delle cause per le quali l’Italia
si è fermata e, anzi, è drammaticamente retrocessa socialmente ed
economicamente.
Crainz parla di irresponsabilità di governo, stravolgimento delle
istituzioni e di una grande quantità di altre iatture legate al nome
dell’ex cavaliere e rigorosamente documentate con rimandi a libri e
articoli contemporanei agli avvenimenti analizzati. Ma la cosa più
importante, la dimensione reale della portata del berlusconismo, a mio
avviso, è quella che Guido definisce «diseducazione civica», perché
mentre molte delle altre brutture sono velocemente scolorite con il
tramonto di Berlusconi, il veleno peggiore del berlusconismo continua a
corrodere il nostro Paese. E non soltanto a destra. Anzi.
Non credo che la corsa alle
televisioni, realizzata in piena intesa con Craxi, mirasse soltanto a
ripianare una voragine spaventosa di debiti berlusconiani, ma sono
convinto che nascondesse anche un ben mirato piano necessariamente
sociale ancor prima che politico. Non può essere stata casuale, infatti
la determinazione portata avanti, sia con i programmi di cosiddetta
“informazione”, sia con quelli di evasione, di minare l’eticità comune
facendo balenare dappertutto lo sfavillio di un mondo in cui le uniche
cose importanti erano il benessere, la ricchezza, il divertimento a
prescindere dalla condizione degli altri. O, forse, addirittura
approfittandone. E parlando di eticità non intendo riferirmi, se non
secondariamente, alla più che provata sessuomania dell’allora capo della
destra e presidente del Consiglio, ma al suo incitamento all’elusione e
all’evasione fiscale, alla condiscendenza nei confronti delle mafie,
alla cooptazione degli obbedienti e all’acquisto dei disponibili, alle
leggi ad personam e ancora ad altre evidenze il cui elenco sarebbe
davvero lungo.
Berlusconi non ha avuto né visione
politica, per la conclamata insofferenza alle regole e per il leaderismo
portato avanti come pretesa soluzione dell’anti-partito e
dell’anti-politica, né senso della storia, per l’incapacità di capire a
cosa avrebbero portato le sue mosse, a livello nazionale e
internazionale, non in un lontano futuro, ma neppure l’indomani.
È in questo senso che l'antiberlusconismo ha avuto ragione di esistere ed esiste, a piena ragione,
ancora oggi. Come a piena ragione esiste ancora l’antifascismo. Poi è
evidente che nella lunga vita del berlusconismo sono state molte le
responsabilità accumulate da una sinistra che correva dietro e non
andava avanti per la sua strada e che ancora oggi non riesce a trovare
una propria capacità davvero elaborativa e propositiva.
Credo che Renzi, assieme alla
pronuncia di una congerie dei suoi abituali slogan, abbia evocato
l’antiberlusconismo dal palco del Meeting di Comunicazione e Liberazione
di Rimini e, quindi, in un ambiente che sicuramente gli è vicino perché
altrettanto sicuramente non è di sinistra, soprattutto per esorcizzare
il crescere dell’ antirenzismo che si sta consolidando su alcune delle
stesse basi, e soprattutto sulla paura di veder «intaccare
quell’equilibrio fra i tre poteri dello Stato che è il fondamento della
democrazia» nel nome apparente della “governabilità”, ma nella sostanza
di un leaderismo che una volta era la mira di Berlusconi, come adesso è
di Renzi.
È da tempo che scrivo che Renzi mi è
politicamente estraneo come estraneo mi era Berlusconi. Ma forse la
parola più esatta è “alieno” perché non in altra maniera posso definire
chi pone l’antiberlusconismo sullo stesso piano del berlusconismo.
Sarebbe – e non credo proprio di esagerare – come porre la Resistenza
sullo stesso piano del nazifascismo, come attribuire alla Resistenza la
causa delle migliaia di morti provocate in Italia dai nazisti e dai
repubblichini dal 1943 alla fine della guerra.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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