sabato 25 aprile 2015

Il diritto e il dovere

Prima se ne renderanno conto tutti e meglio sarà: del PD e della sua vocazione di centrosinistra è rimasto soltanto il nome. Ci siamo arrabbiati per il Jobs Act, per la legge elettorale, per la riforma costituzionale, per il combinato delle due novità che rischia di far sparire la democrazia italiana nata dalla Resistenza, per il patto del Nazareno che ha portato Renzi a privilegiare gli accordi con un pregiudicato rispetto al dibattito con chi del suo partito aveva opinioni diverse, per la sempre più marcata mancanza di democrazia sostanziale all’interno del partito, per la sostituzione forzata di dieci deputati non obbedienti nella Commissione Affari costituzionali, per il mancato invito, poi corretto con un’unica eccezione, per i dissidenti alla Festa dell’Unità di Bologna, per la rottamazione a prescindere in favore dell’obbedienza a prescindere, e per tutta una serie di orrori che sarebbe troppo lungo riassumere.
Ma adesso credo che davvero si sia passato il segno. Che Renzi presenti come un successo l’abominio fissato dalla UE nel Vertice straordinario sui migranti chiesto dallo stesso Renzi è una cosa che indigna perché dimostra che all’Europa – e se Renzi lo definisce un successo, anche a Renzi stesso – non interessa minimamente della tragedia delle migrazioni, ma soltanto della propria tranquillità interna, soprattutto se c’è un’elezione vicina, e del non spendere troppo perché i soldi, quelli sì, sono importanti. 

Ma cosa vogliono bombardare? Tutti i gommoni e i battelli che vedono senza neppure sapere se porteranno migranti, o se sono di pescatori? Chi garantisce che non resteranno uccise anche le persone vicine? Come si può essere così deficienti da pensare che, anche se fossero distrutti tutti i battelli, il problema dei migranti in fuga da conflitti, persecuzioni e miseria si fermerebbe e non continuerebbe via terra? Come si fa a non capire che da sempre e per sempre quando ci sono guerra, dittature, terrorismo e miseria ci sono anche i profughi. Come si può trascurare che adottare una simile opzione di guerra finisce per legittimare molte altre guerre e per minare quel poco di autorità morale e politica ancora rimasta a chi governa Paesi che su principi di solidarietà sono nati? Come non si capisce che in questo modo si accetta il ritorno di quei nazionalismi che sono stati la causa di decine di milioni di morti e per combattere i quali proprio l’Europa è nata?

Una volta, parlando con Loris Mazzetti al Festival dell’inchiesta di Pordenone, ho detto che il partigiano Enzo Biagi sui monti dell’Appennino emiliano aveva compreso l’enorme valore del “diritto di resistenza” e ne aveva fatto tesoro tanto da elaborarlo in “dovere di resistenza” in ogni giornata della sua vita personale e professionale. Sarebbe ora che questa convinzione finalmente davvero toccasse tutti noi.

Buon 25 aprile. Ma soltanto a coloro che ci credono davvero.

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