Prima se ne
renderanno conto tutti e meglio sarà: del PD e della sua vocazione di centrosinistra è rimasto soltanto il nome.
Ci siamo arrabbiati per il Jobs Act, per la legge elettorale, per la
riforma costituzionale, per il combinato delle due novità che rischia di
far sparire la democrazia italiana nata dalla Resistenza, per il patto
del Nazareno che ha portato Renzi a privilegiare gli accordi con un
pregiudicato rispetto al dibattito con chi del suo partito aveva
opinioni diverse, per la sempre più marcata mancanza di democrazia
sostanziale all’interno del partito, per la sostituzione forzata di
dieci deputati non obbedienti nella Commissione Affari costituzionali,
per il mancato invito, poi corretto con un’unica eccezione, per i
dissidenti alla Festa dell’Unità di Bologna, per la rottamazione a
prescindere in favore dell’obbedienza a prescindere, e per tutta una
serie di orrori che sarebbe troppo lungo riassumere.
Ma adesso credo che davvero si sia
passato il segno. Che Renzi presenti come un successo l’abominio fissato
dalla UE nel Vertice straordinario sui migranti chiesto dallo stesso
Renzi è una cosa che indigna perché dimostra che all’Europa – e se Renzi
lo definisce un successo, anche a Renzi stesso – non interessa
minimamente della tragedia delle migrazioni, ma soltanto della propria
tranquillità interna, soprattutto se c’è un’elezione vicina, e del non
spendere troppo perché i soldi, quelli sì, sono importanti.
Ma cosa vogliono bombardare? Tutti i
gommoni e i battelli che vedono senza neppure sapere se porteranno
migranti, o se sono di pescatori? Chi garantisce che non resteranno
uccise anche le persone vicine? Come si può essere così deficienti da
pensare che, anche se fossero distrutti tutti i battelli, il problema
dei migranti in fuga da conflitti, persecuzioni e miseria si fermerebbe e
non continuerebbe via terra? Come si fa a non capire che da sempre e
per sempre quando ci sono guerra, dittature, terrorismo e miseria ci
sono anche i profughi. Come si può trascurare che adottare una simile
opzione di guerra finisce per legittimare molte altre guerre e per
minare quel poco di autorità morale e politica ancora rimasta a chi
governa Paesi che su principi di solidarietà sono nati? Come non si
capisce che in questo modo si accetta il ritorno di quei nazionalismi
che sono stati la causa di decine di milioni di morti e per combattere i
quali proprio l’Europa è nata?
Una volta, parlando con Loris
Mazzetti al Festival dell’inchiesta di Pordenone, ho detto che il
partigiano Enzo Biagi sui monti dell’Appennino emiliano aveva compreso
l’enorme valore del “diritto di resistenza” e ne aveva fatto tesoro
tanto da elaborarlo in “dovere di resistenza” in ogni giornata della sua
vita personale e professionale. Sarebbe ora che questa convinzione
finalmente davvero toccasse tutti noi.
Buon 25 aprile. Ma soltanto a coloro che ci credono davvero.
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