martedì 14 gennaio 2014

Le radici della cultura

Mentre giustamente si può gioire per la praticamente certa salvezza del Palio Teatrale Studentesco, è meglio continuare a restare preoccupati e attivi per le sorti della cultura in generale. Cultura intesa come substrato necessario per qualsiasi progresso individuale e sociale.
Perché è giusto, anzi doveroso, assicurare un futuro a prosa, lirica, musica, danza, cinema, arti figurative, tutti settori nei quali e per i quali, tra l’altro, vivono e lavorano numerosi professionisti della cui opera è giusto avere rispetto identico a quello delle altre attività produttive; ma è altrettanto obbligatorio ricordare che tutte queste attività di punta altro non sono che il momento di sbocco di altre attività culturali che si basano sulla parola, detta o stampata che sia, nella sua forma più pura e semplice.
Mi riferisco a cose come la lettura, le conferenze, i dibattiti, le presentazioni e, soprattutto, alla scuola che da decenni non soltanto viene trascurata, ma è costantemente impoverita e usata come una specie di bancomat al quale attingere soldi, con i tagli, non appena servono fondi per altre attività più o meno giustificate.

Ma teniamo anche presente che per letture, conferenze, dibattiti, presentazioni, i soldi c’entrano poco o nulla: nella maggior parte dei casi basterebbe pochissimo per aiutare i circoli culturali che già assorbono i costi con il volontariato a svariati livelli; basterebbe, per esempio mettere a loro disposizione locali adatti agli incontri pubblici senza pretendere – per motivi di pubblica utilità – affitti esosi.
A me stupisce sempre che ogni volta che si parla di cultura – anche nei vari Forum – siano pochissime le voci che parlano di quelle che definirei le attività culturali di base. Eppure non dovrebbe essere difficile rendersi conto che – come ha detto anche Claudio Magis – tagliando le radici della cultura anche i suoi bei rami fronzuti prima o dopo si inaridiranno.

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