lunedì 6 gennaio 2014

I rospi da inghiottire

Lo sapevamo già, ma è sempre bene ripeterlo: è certo che per continuare a votare a sinistra (o almeno a centrosinistra) ci vuole davvero una bella testardaggine, oltre che una inesauribile capacità di sognare.
Prendiamo le ultime tre cose che mi hanno colpito profondamente due delle quali sicuramente saranno causa di ulteriori allontanamenti dal PD e non per mere questioni di forma, bensì di sostanza.
Cominciamo con quel «Fassina chi?» detto da Renzi e che giustamente (la dignità ha ancora un peso) ha portato alle dimissioni il viceministro all’economia. Ma in quale sinistra italiana, se non in quella corrotta e stravolta da altre pulsioni molto diverse (il socialismo craxiano, per esempio), si è mai irriso il collega di partito sconfitto in una consultazione elettorale? Se è vero – come ha scritto Krippendorff – che è l’insoddisfazione il carburante che muove il motore della sinistra, allora Renzi (verrebbe voglia di dire «Renzi chi?», ma sarebbe un'inaccettabile caduta di stile) ha dispensato davvero intere autobotti di carburante perché a vederlo rappresentare e guidare il PD in quella maniera ha reso ulteriormente insoddisfatte tantissime persone che quel PD hanno votato.
Continuiamo con l’aneurisma che ha colpito Pierluigi Bersani, uomo capace, rigoroso, leale, onesto e corretto, sempre dotato di quel rispetto verso colleghi di partito e avversari della cui mancanza in altri personaggi ho appena finito di lamentarmi. Quelle che per me continuano a essere importanti doti umane e politiche da altri sono state usate come manifesto d’accusa di una sconfitta fortemente voluta da altri, tra cui quei 101 vigliacchi che hanno affossato Prodi, che non hanno mai avuto il coraggio di mostrare la faccia e che oggi continuano a prosperare in un PD che non ha ancora trovato la forza di effettuare una salvifica disinfestazione.
Terzo avvenimento, apparentemente piccolo, ma importantissimo: la decisione di Gianni Torrenti – ma evidentemente avvallata dalla nostra intera giunta regionale – di tagliare completamente i fondi al Teatro Club e, di riflesso, al Palio Teatrale Studentesco che è una delle manifestazioni scolastiche più antiche e più apprezzate in Italia. Sarebbe questa la sinistra che dice di difendere la cultura e va a colpire proprio gli ambiti e le età nei quali la cultura comincia non soltanto a formarsi, ma soprattutto a radicarsi? Sarebbe questa la sinistra che, a tutti i livelli, ha sempre detto che il berlusconismo ha vinto per vent’anni grazie proprio alla mancanza di cultura? Sarebbe questa la sinistra alla quale dovremmo guardare con la speranza di cambiare finalmente strada?
Ci sarebbero da dire moltissime altre cose, ma per il momento basta ricordare che finora abbiamo dimostato di avere una grandissima capacità di inghiottire rospi, ma che questi rospi stanno diventando sempre più grossi e che prima o dopo non andranno più giù.
Idealismi, valori e ideologie finora sono riusciti a mantenere insieme i cocci dei partiti: se vengono definitivamente rimossi anche questi collanti, forse il PD vincerà, ma non sarà sicuramente più il PD. E, per quanto mi riguarda, sarò ancora insoddisfatto.

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