sabato 14 dicembre 2013

Non capisco

Non capisco. C’è un mucchio di gente che, ingenuamente, pensava che dopo una condanna definitiva, la condanna scattasse. E tanti, pur descritti come asociali, si sono lasciati portare in carcere senza fiatare, oppure protestando ancora la loro innocenza e invocando l’errore giudiziario, ma senza paventare colpi di Stato, oppure minacciare rivoluzioni.
Ebbene non capisco – e credo che con me in questo sconcerto ce ne siano molti altri – perché Berlusconi possa impunemente continuare a girare per l’Italia a fare comizi e sputare veleno contro quello Stato di cui, tra l’altro, è stato il capo del governo e che, insieme ai suoi sodali, ha sempre accusato di mollezza e non certo di eccesiva severità. Se non lo ricordate, pensate alla legge Bossi-Fini che mette in galera senza bisogno di alcun reato, né di alcun processo, o alla Fini-Giovanardi che impartisce pene severissime rispetto a una scala di valori sicuramente stravolta.
È giusto che Berlusconi – come la Costituzione prevede – abbia goduto di tutti i privilegi concessi ai parlamentari e non ai privati cittadini. È giusto – come legge ricchezza permette – che abbia potuto tirare tanto avanti i processi da farli finire per buona parte in prescrizione. È meno giusto – ma la democrazia non sa impedirlo – che un potente possa farsi costruire leggi ad personam. È anche giusto – vale per tutti – che a una certa età uno non debba essere rinchiuso in una cella.

Ma cosa c’è di giusto nel rimandare quasi sine die l’applicazione della sentenza? Cosa c’è di giusto nel non reagire a quegli sproloqui che farebbero condannare per direttissima un qualunque cittadino? Cosa c’è di giusto nel non arrestare in flagranza di reato chi davanti a tutti minaccia rivoluzioni come negli anni Settanta e Ottanta facevano i portavoce dei terrorismi rossi e neri? Occorre rischiare di arrivare allo spargimento di sangue, oppure si può e si deve impedire a un pregiudicato di attizzare il fuoco in animi di persone ben disposte a farsi attizzare e poi a proclamarsi non carnefici, ma vittime?
E intanto, mentre lo sento ogni giorno e contemporaneamente sento quello che urla Grillo, penso a cosa accadrebbe se uno di noi, che non siamo né Berlusconi, ne Grillo, dicesse e facesse le stesse cose.
Davvero non capisco.

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