giovedì 22 agosto 2013

Da paradosso a paradosso

È da sempre che la nostra politica si nutre di paradossi e di falsificazioni della realtà con un uso criminale, ancor prima che spregiudicato, delle parole; travisandole, applicandole a realtà che loro, poverine, non si sognerebbero mai di descrivere, creando con loro frasi che sono fatte solo ed esclusivamente per imbrogliare la gente che un po’ non ha memoria e un po’ non mette mai sotto la lente della critica le parole di coloro che sono - o appaiono - vicini alla propria posizione politica.
Già tre anni fa Gianrico Carofiglio aveva dato alle stampe un libro dal titolo “La manomissione delle parole”. Oggi Francesco Merlo riprende l’argomento illustrando alcuni casi plateali come “pacificazione” al posto di condono totale della pena, “agibilità politica” invece di immunità assoluta, “omicidio politico” in luogo di espulsione dal Parlamento di un indegno, e così via in un crescendo di fantasia perversa fino a giungere a “offesa della democrazia” al posto di rispetto della giustizia.
Ma in questa vertiginosa discesa dal mondo della logica a quello della truffa sembra che non ci sia mai fine. Il nuovo record lo ha stabilito il ministro Maurizio Lupi, berlusconiano di ferro, dicendo: «Per noi resta inaccettabile che il PD, nostro alleato di governo, voti in maniera pregiudiziale contro il nostro leader». Pregiudiziale? Ma il ministro conosce il significato delle parole che pronuncia? E allora le sentenze di primo e secondo grado e quella della Cassazione, se non giudizi, cosa sono?
Vien da pensare che se davanti a frasi come queste ci fosse sempre qualcuno che si alzasse per dire «Stai cercando di imbrogliare la gente che ti ascolta», forse questa Italia cambierebbe. Magari le prime volte gli artisti della contraffazione urlerebbero accusando gli altri di persecuzione. Magari, come spesso accade, direbbero di essere stati travisati. Ma se l’accusa di falsificazione scattasse ogni volta che qualcuno tenta di imbrogliare, alla lunga molti la finirebbero di credere di poter dire sempre tutto e il contrario di tutto. Di poter vivere e far vivere tutti nel paradosso.
E, a proposito di paradossi, sarebbe il caso di dire a Letta che è sì, come lui ha detto, «Paradossale aprire adesso la crisi». Ma ancora più paradossale è stato accettare di dare vita a questo governo che alcuni definiscono “governo di servizio” pensando invece a un governo di complicità.

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