giovedì 9 maggio 2013

Una sorta di accanimento terapeutico

Non c’è neppure il tempo di godersi il successo di Honsell nel ballottaggio comunale udinese che le notizie italiane si impongono e intristiscono.
Il governo Berlusconi (è lui che ricatta e decide, ormai senza neppure la mediazione di Alfano, anche se Letta ostenta una sicurezza che non soltanto non può avere, ma che viene continuamente smentita) continua a imporre le proprie scelte; e quella scandalosa di Nitto Palma alla Commissione Giustizia del Senato è soltanto l’ultima. Nel frattempo il PD non perde occasione per mettere in mostra le proprie spaccature e le proprie ipocrisie, due difetti che non potranno far altro che portare alla scomposizione del partito in diverse anime e alla perdita di un consistente numero di voti che migreranno verso SEL, o verso una qualche forma di protesta che per la maggior parte si identificherà con il non voto.
Forse sbagliamo a continuare a parlare di convinzioni sociali e politiche. Più probabilmente ora dovremmo dare la precedenza a discorsi sulle qualità delle donne e degli uomini che queste convinzioni pretendono di rappresentare. È possibile, per un eletto dal popolo, non rappresentare più gli elettori privilegiando, invece, la propria convenienza del momento? È possibile concentrarsi sulle geografie interne di un Partito e dimenticarsi delle urgenze di un intero Paese in affanno? È possibile tradire milioni di elettori che si sentono totalmente alternativi a Berlusconi andando a governare (?) con lui? E potrei continuare a porre domande che hanno risposte troppo tristi e angoscianti.
Eppure gli esempi positivi non mancano: Serracchiani e Honsell, per esempio, hanno vinto con il centrosinistra presentando programmi buoni e credibili e non rincorrendo soltanto l’avversario. E a Milano Umberto Ambrosoli non ha avuto dubbi a uscire dall’aula del Consiglio regionale mentre Maroni commemorava Andreotti che di suo padre aveva detto: «Ambrosoli? Uno che se l’andava cercando», dimostrando così che la coscienza personale non può mai avere il sopravvento sulle convenzioni istituzionali.
Ecco, mentre i maggiorenti del PD, stanno lambiccandosi il cervello sulle formule da adottare per realizzare una sorta di accanimento terapeutico per tenere il vita il loro partito, vorrei dire che l’unico modo per uscire da questa situazione è che ognuno sappia recuperare l’orgoglio delle proprie idee e dei propri valori e la dignità personale. Poi, forse, il PD finirà comunque per frantumarsi, ma almeno le idee del centrosinistra continueranno ad avere persone capaci non soltanto di portarle avanti, ma anche di saper parlare al cuore e al cervello della gente.

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