martedì 28 maggio 2013

Il sorriso e l'arrabbiatura

Finalmente una tornata elettorale in cui un affezionato elettore del centrosinistra può sorridere; tepidamente, d’accordo, ma almeno sorridere. Ma è proprio questa voglia di cantare vittoria che deve far stare all’erta. E non soltanto perché tra due settimane c’è un secondo turno che non va assolutamente sottovalutato.
Per valutare bene la situazione non si può non partire dal dato dell’affluenza che, più che il calando, ormai è – se mi è consentita l’espressione – in precipitando, e dimostra che la gente è sempre più schifata da alchimie – tipo le "larghe intese" – che non è vero che non capisce: le comprende benissimo ed è per questo che diserta le urne.
E, allora, appare evidente che l’innegabile vittoria del PD dal punto di vista delle percentuali diventa una cosa ben diversa se il risultato viene guardato dal punto di vista del numero di voti: se, infatti, si può parlare di “tenuta” rispetto alle cifre assolute, questo deriva dal fatto che il PD è ancora forse l’unico partito che sbandiera idealismi e valori. Forse in realtà ne ha perduti molti per strada, ma almeno continua a dire che sono importanti e allora tanti continuano a votare per queste idealità che vanno al di là dei nomi delle persone che le rappresentano.
La stessa cosa non si può dire della Lega che sta lentamente sparendo senza sollevare alcun rimpianto e del PDL che vive soltanto sull’istrionismo di Berlusconi e che, quando questo camuffamento manca e appaino le terribili mancanze di idealità, si ritrova a poter offrire ben poco, o meglio quasi nulla, agli elettori.
Discorso diverso per Casaleggio e il suo portavoce Grillo che sono riusciti a sperperare un patrimonio di voti incredibile in pochissimi mesi dando l’impressione di essere molto più interessati a rafforzare le loro posizioni all’interno del “movimento” nella speranzosa e illusoria attesa di andare al potere nel Paese, piuttosto che cercare il bene per il Paese stesso.
A pensare dove potrebbe essere il PD, a come potrebbe essere governata l’Italia, se all’interno del PD non fosse permanentemente in corso la tradizionale guerra per bande, c’è da arrabbiarsi (talvolta rinunciare al turpiloquio costa perché è molto più efficace) davvero seriamente.

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