domenica 10 marzo 2013

La marcia da Roma su Roma

E così il ventriloquo minaccia di andarsene. Roberto Cotti, eletto senatore in Sardegna nella file dei grillini, scrive in un post: «Casaleggio ha detto che se decidessimo di dare l’appoggio a qualche partito lui lascerebbe il Movimento». Ma, ovviamente, è una minaccia teorica perché Casaleggio sa benissimo che in questa fase di un movimento - di qualsiasi movimento - il “messia” è irrinunciabile. Anzi, questa sua piccola e soltanto teorica minaccia serve egregiamente allo scopo di far sentire preventivamente in colpa gli eletti e i zelatori che temono di veder rompere il giocattolo che gli hanno appena costruito e regalato.
Nel M5S si parla bene del primo fascismo? È soltanto una provocazione. Si vuole cambiare al Costituzione? Anche questa è solo una provocazione come provocazione diventa esattamente qualsiasi baggianata dal sen fuggita. Di parlare di come far uscire dalla crisi un intero Paese e di ridare dignità a milioni di persone e di famiglie non si parla neppure, se non per gli obbligatori, ma proporzionalmente minuscoli tagli dei costi della politica che servono a poco per far ripartire un’economia, ma vanno egregiamente bene per far incazzare ulteriormente chiunque.
Per intanto, Grillo, il suo ventriloquo e i suoi, si esercitano nella ricostituzione di simboli antichi: marciare su Roma oggi, sarebbe un po’ ridicolo, ma secondo loro lo è di meno marciare dal Colosseo a Montecitorio. Comunque con la stessa convinzione: quella di essere gli unici depositari della verità.
Adoro l’anarchia della sinistra in cui ognuno pensa e dice quel che pensa. In questo caso uno vale poco, ma è l’unico caso in cui uno vale davvero uno.

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