sabato 3 novembre 2012

La privacy e la democrazia

Messa in ombra da altri avvenimenti più clamorosi, una notizia di questi giorni ha ottenuto uno spazio molto minore di quello che avrebbe meritato. Mi riferisco al fatto che l’Authority per la Privacy, rispondendo a un ricorso di Renzi, ha chiarito che i dati sia dell’albo degli elettori, sia dell’appello per il centrosinistra non andranno diffusi.
Sia la decisione dell’Authority, sia soprattutto la richiesta di Renzi mi appaiono come altri due chiodi piantati nel coperchio della bara della democrazia italiana. Nessuno, ovviamente contesta il fatto che il voto debba essere segreto, ma che debba restare segreta anche la decisione di andare a votare è davvero qualcosa di stridente con il concetto di libertà che è uno delle basi fondanti su cui ogni democrazia dovrebbe reggersi.
La scelta – e non il dovere – di andare a esprimere il proprio voto alle primarie è – o almeno dovrebbe essere – un’indicazione di voto per una parte politica ed è soltanto questa indicazione che si può pensare di neutralizzare rendendo segreti albo e appello ed è in quest’ottica che vanno fatte almeno un paio di considerazioni.
La prima: è il definitivo funerale per quello che potremmo definire “l’orgoglio delle proprie idee”: ricorso e risposta sembrano non disdegnare l’ipotesi di una grottesca scena in cui la gente si reca a votare mascherata per non far sapere in giro che ha idee di centrosinistra: sì, perché, trattandosi di primarie di coalizione, l’azione del voto non dimostra la scelta di un partito, ma soltanto di una delle parti maggiori in lizza per governare l’Italia, la scelta di una filosofia politica e sociale ritenuta migliore rispetto a un’altra.
La seconda: dato per assodato che ritengo ridicolo qualsiasi timore di ritorsioni, appare evidente che chi chiede la segretezza teme che sia proprio l’elenco dei votanti a suscitare fastidio, se non scandalo. Per parlarci chiaro: l’unico frutto della segretezza sarebbe quello di celare le infiltrazioni di elettori del centrodestra, o di altri nemici del centrosinistra che vengono considerate probabili, più che possibili.
Non mi vergogno delle mie idee e andrò a votare alle primarie di coalizione a faccia scoperta, facendo sapere a più gente possibile che la scelta di centrosinistra mi sembra l’unica valida e possibile, e con il timore che queste possano essere le ultime, perché un’intossicazione esterna del loro risultato potrebbe decretarne la morte. Poi, eventualmente, si andrebbe inevitabilmente verso primarie di partito riservate soltanto agli iscritti.
Avevo già detto che non ho fiducia in Renzi come possibile guida del nostro Paese. Anteporre la privacy interessata alla democrazia me lo fa vedere addirittura un po’ pericoloso.

Nessun commento:

Posta un commento