domenica 28 ottobre 2012

Quelle strane primarie per il ruolo di obbediente

Poco da fare. Bisogna ammettere che Berlusconi ci prova davvero – ogni tanto – a fingersi sinceramente democratico, ma c’è sempre qualcosa che gli rovina la recita. Questa volta è stata di nuovo la magistratura che lo costringe – così lui dice – a rimanere in campo dopo aver solennemente annunciato con voce e faccia grave che si sarebbe ritirato dal palcoscenico primario della politica per restare a dare consigli ai giovani, stando ben attento a non specificare di quali consigli si sarebbe trattato.
Adesso dopo la condanna a 4 anni e l’interdizione ai pubblici uffici per cinque, dice che non può non ridiscendere in campo: non per fare il premier, per carità, perché «le primarie si faranno lo stesso», ma «per riformare la giustizia italiana e per completare l’opera di modernizzazione del Paese».
Nessuna sorpresa, ovviamente: anche i suoi giornali avevano dubitato esplicitamente delle sue intenzioni di ritiro, ma mi sembra giusto attirare l’attenzione, questa volta, non tanto sul capo, bensì sulla triste sorte dei suoi seguaci, soprattutto di quelli che hanno maggiori ambizioni perché le primarie del Pdl, Forza Italia o di come si chiamerà, saranno fatte soltanto apparentemente per designare il candidato premier per la prossima legislatura: in realtà sceglieranno soltanto chi dovrà rassegnarsi a fare il burattino pronto a eseguire gli ordini del capo.
Ma forse qualcosa sta davvero cambiando perché i luogotenenti di Berlusconi continuano a dire di sì, ma cominciano anche a fare qualche distinguo.

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