domenica 5 febbraio 2012

Se si cancellano i poteri

L'inattesa decisione della Camera, di infilare in un'altra legge anche un emendamento che va a rispolverare la teoria della responsabilità civile dei giudici e di approvarlo viene definito da quasi tutti i partiti "un incidente di percorso". Io, invece, visto anche che la maggior parte dei voti favorevoli è arrivata dal partuito di Berlusconi, Io considero un ennesimo tentativo di vendetta contro quella magistratura che ha avuto l'incredibile impudenza di pensare che tutti i cittadini italiani - Berlusconi compreso - debbano essere uguali davanti alla legge.
Se poi qualcuno può credere che la paralisi effettiva del 90 per cento della magistratura - che, per timore di ritorsioni pecuniarie scegliera non la sentenza che ritiene più giusta, ma quella che ritiene meno rischiosa -sia una vittoria per la democrazia, lo creda pure: è padrone di farlo, anche se deve dimenticare che in Italia ci sono ben tre gradi di giudizio e anche che per ogni arresto ci sono più occhi che intervengono separatamente.
Ove fosse come dice il proponente dell'emendamento, allora non si capirebbe perché anche i parlamentari - quelli che hanno proposto e votato leggi sbagliate tecnicamente ancor prima che eticamente, oppure quelli che agli ordini di Berlusconi hanno fermato e semidistrutto l'Italia e le sue già dissestate finanze per quasi vent'anni per favorire la ricchezza e l'immunità del loro capo - non debbano sottostare a una legge sulla responsabilità civile dei parlamentari e dei ministri: dopotutto, seguendo il ragionamento che porta alla responsabilità civile dei magistrati, una legge sbagliata fa male a molte più persone che una sentenza sbagliata.
Eppure, per una volta, devo confessare che sono d'accordo con Berlusconi che rifiuta con terrore una simile possibilità. Il fatto è che lui la rifiuta per timore per sé, io la rifiuto per timore per la democrazia in quanto la nostra Costituzione non per nulla definisce poteri quello Esecutivo, quello Legislativo e quello Giudiziario e nell'articolo 104 fissa che debba essere autonoma e indipendente da ogni altro potere. Il fatto è che un potere di qualcuno è sempre un rischio per gli altri, ma, senza quei tre poteri fissati dai padri costituenti, la società comincerebbe a sfarinarsi e il punto d'arrivo sarebbe molto aleatorio e - ne sono convinto - anche molto rischioso.
Se ci pensare è molto strano che uomini che si definiscono di destra ritengano che l'ordine debba valere per tutti, eccezion fatta per i politici, e che la libertà di azione di coscienza senza pressioni esterne, debba valere soltanto per i politici e per nessun altro. Che dietro a questo atteggiamento ci siano ancora quelle suggestioni berlusconiane che hanno mandato l'Italia nelle ultime posizioni delle classifiche di merito tra le nazioni del mondo, tranne che in quella della corruzione?

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