venerdì 13 gennaio 2012

La forma e la sostanza

Tutte le sentenze devono essere accettare e, quindi, devono essere rispettate. Ma non obbligatoriamente condivise. E quella della Corte Costituzionale sul referendum contro l'attuale legge elettorale non mi sembra per niente condivisibile.
A prima vista si potrebbe pensare che si tratti soltanto di una bizantina discussione leguleia sulla possibilità che, cassata per via referendaria una legge, resti un vuoto legislativo, oppure torni alla ribalta la legge precedente; ma in realtà le implicazioni sono molto più pesanti perché non di forma si tratta, bensì di sostanza.
Per prima cosa la Consulta ha vanificato preventivamente la volontà di oltre un milione e 200 mila cittadini che hanno firmato e di molti di più che non accettano il "porcellum". Per seconda cosa, ha rimesso il tesoro della democrazia nelle mani di quegli stessi che lo hanno rubato. Fuor di metafora, si incarica di apportare cambiamenti quello stesso Parlamento che ha realizzato scientemente la "legge porcata" che impedisce ai coittadini di scegliere i propri rappresentanti. Perché - lo si sapeva benissimo - la maggioranza parlamentare resta sempre la stessa, quella ricostruita pagandoda Berlusconi che ora continua a dire che l'attuale legge elettorale è una buona legge. Una maggioranza che non è più nemmeno lontanamente quella davvero esistente nel Paese: lo ammettono addirittura i sondaggi di marca berlusconiana.
Poi Napolitano ha un bel dire: «E adesso subito una nuova legge». Ma dal Parlamento che ha proibito l'arresto di Cosentino ci si può davvero aspettare qualcosa di buono? O questo sarà soltanto il primo mattone per portarci alle urne in tempi troppo brevi per promulgare una nuova legge. È quello che vogliono Berlusconi e Bossi. È quello che teme Monti. È quello che non ha la forza di impedire il PD se non saprà di nuovo saldarsi con tutti gli arrabbiati che ci sono in Italia e che ormai sempre più spesso scendono in piazza perché mal sopportano di delegare qualcosa a qualcuno. E per una democrazia rappresentativa è un vero fallimento.

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