domenica 13 marzo 2011

Patente e libretto

Noi siamo abituati a guardare il mondo politico italiano dividendone i personaggi tra quelli di destra e quelli di sinistra, tra razzisti e solidali, tra onesti e delinquenti, tra intrepidi e servi. Quello che non facciamo quasi mai - e che invece sarebbe stato il caso di fare già da molti anni - è di dividere i nostri cosiddetti politici tra ignoranti e preparati.
Pensate che mi stia riferendo alla alla proposta berlusconiana di riforma della Giustizia che fa a pugni con la Costituzione e che, anche con le mutazioni costituzionali proposte continuerebbe a farlo con molte parti di quella parte che Berlusconi non prevede di toccare? Sicuramente sì, ma voglio richiamare la vostra attenzione anche, se non soprattutto, su quanto accade nella nostra regione dove, o la maggioranza è composta da ignoranti di primissima qualità, oppure da rassegnati servitori del partito da cui dipende la sopravvivenza dell'attuale maggioranza, la Lega, che si nutre di egoismo, xenofobia e razzismo e che la Costituzione non soltanto non conosce, ma esplicitamente non vuole conoscere perché la considera soltanto un'ostacolo sulla strada di secessioni (ancora nel programma statutario di quel partito) e delle soperchierie xenofobe che vuole realizzare.
Ma sapete quante leggi sono state approvate da Tondo e dalla sua maggioranza e poi sono state bocciate e cancellate da Corte Costituzionale, Corte dei conti e tribunali vari che hanno emesso sentenze tenendo conto della Carta fondamentale della nostra Repubblica? Ma sapete quante leggi sono state rimandate al mittente addirittura dagli uffici legali del governo attuale, colpite da un "fuoco amico" inevitabile? E adesso Tondo ammette che ci sono dei problemi e che bhisognerà pensare a qualche accomodamento.
Per guidare occorre la patente; per intraprendere una professione devi superare un esame di stato; per molti mestieri è necessario ottenere deagli attestati di competenza e di idoneità. È mai possibile che soltanto per lavorare nella politica e nell'amministrazione delle cose pubbliche non occorra dimostrare nulla? Che non serva conoscere neppure le Costituzione?
Se a molti politici di oggi un ipotetico poliziotto costituzionale chiedesse "Patente e libretto!", la maggior parte ammetterebbe, ma senza alcuna vergogna, di non avere alcuna patente, mentre probabilmente andrebbe a rovistare nel cassetto del cruscotto convinto di trovare il libretto di proprietà. E, non trovandolo, tenterebbe, sempre senza provare la minima vergogna, di convincere il poliziotto che il libretto al momento non lo trova, ma che la sua proprietà delle cose pubbliche non può essere messa neppure in discussione perché «il popolo mi ha scelto».

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