domenica 22 agosto 2010

La cultura del ragionare

In questa estate che sta ponendo le basi per il fallimento politico, dopo che si è abbondantemente consumato quello programmatico, di Berlusconi, mi sembra il caso di guardare a cosa sta succedendo nel Friuli Venezia Giulia, dove nella maggioranza tutti fanno a gara per far finta che a livello nazionale non stia succedendo nulla.
Lasciamo pur perdere quelli dell'Udc che già da qualche anno avrebbero potuto recepire quello che dice il loro punto di riferimento primario, quel Casini che continua a ripetere che ogni alleanza con Berlusconi e i suoi è del tutto impossibile, se non per tempo breve e determinato al fine di dare vita a un governo di solidarietà nazionale che risolva un paio di problemi - tra cui quello di cambiare una legge elettorale schifosa e antidemocratica - prima di rimandare gli italiani alle urne. Ma d'altro canto anche i leghisti («Mai con Casini», dice Bossi) fanno lo stesso.
Ma sono i berlusconiani e i finiani a rappresentare davvero il massimo della capacità di far finta di niente per il timore di perdere potere e poltrone. E, per tentare di stornare l'attenzione dai loro problemi, tentano di creare nuove polemiche con la solita impudenza.
L'ultima è davvero rimarchevole: a tutti i livelli stanno attaccando il comune di Udine perché, a loro dire, sta «realizzando una cultura tutta politicizzata». Questa parte politica, che in realtà è davvero una fazione, anche se accusa di faziosità gli altri, è davvero assolutamente impermeabile al senso del ridicolo.
Pensate soltanto al Mittelfest che dal centrodestra è stato affidato alla sciagurata presidenza Devetag. Il risultato economico è che si è passati da un sensibile avanzo di bilancio a un profondo disavanzo. Quello artistico parla di una catastrofe qualitativa e quantitativa. Quello partecipativo mette in evidenza sbigliettamenti terribilmente bassi.
Ma forse quello che mette maggiormente in luce la faziosità della fazione berlusconiana e leghista di questa regione, va ricercata proprio nelle scelte cultural-politiche che non sono state certamente al di sopra delle parti: l'anno scorso uno degli incontri è stato dato direttamente in gestione agli uomini di Gladio che hanno reclamato a gran voce riconoscimenti e onori dallo Stato, ma che si sono ben guardati dal ricordare che l'esplosivo che ha dilaniato i carabinieri a Peteano era uscito proprio da un loro nascondiglio di armi. Come sempre se ne è dimenticato Cossiga.
Ora, per dimostrare di essere sopra le parti, tracciano già trionfanti bilanci per “Bianco e nero”, una manifestazione che deve ancora cominciare e che, presentando due mostre di fotografie e una di disegni, ha ottenuto ufficialmente 400 mila euro di contributi. A stanziare questi soldi - e forse anche altri - sono gli stessi che li hanno tolti a quegli attori e artisti regionali che la destra accusa il centrosinistra di non utilizzare.
Bene ha fatto il sindaco Honsell a rispondere a tono alle accuse. L'unica cosa che non mi trova d'accordo con lui è quando dice: «Alle sterili polemiche preferiamo la cultura del fare». Questa è una frase molto cara a Berlusconi e ai suoi. Io continuo a preferire la cultura del ragionare.

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