lunedì 30 agosto 2010

Eppure ci stupiamo ancora

Che fossero 200, 300 o 500, che venissero pagate 50 o 70 euro a testa (a patto che non ne parlassero con i giornalisti), la sostanza non cambia. A Gheddafi in visita ufficiale a Roma, è stato messo a disposizione uno stuolo di ragazze avvenenti perché potesse parlare loro sostenendo che l’islam deve diventare la religione d’Europa.
Visto il Paese in cui stiamo vivendo e le persone che lo governano, nulla dovrebbe più stupirci, ma credo meriti mettere in luce alcuni punti che in una nazione normale porterebbe alla “squalifica” sia chi queste cose le fa, sia chi gliele permette di fare.
Non colpisce il silenzio di Berlusconi che con il leader libico ha in corso anche affari aziendali, oltre che vergognosi compromessi statali sui diritti umani.
Colpisce, invece, la posizione dei cristiani al governo, come il purissimo ciellino Lupi che sottolinea: «Gheddafi può dice ciò che vuole, il governo non è in imbarazzo». Che il Vaticano taccia è, invece, del tutto normale perché molto raramente reagisce a caldo, mentre immancabilmente fa sentire il suo credo e il suo peso non in “tempo reale”.
Diverte amaramente l’imbarazzo della Lega, che, preoccupata che la Libia si arrabbi e non imprigioni più coloro che vengono respinti da Maroni, preferisce tacere lasciando soltanto a quel pazzerellone di Borghezio di esprimere quello che vorrebbe dire contro gli islamici che da anni sono accusati da Bossi e dai suoi di invadere l’Europa.
Ma quello che mi colpisce di più è che ancora quella figura che occupa la sedia del presidente del Consiglio, continui a ricevere voti e sostegni da svariate categorie di cittadini italiani. I cattolici, per esempio, che il cardinale Bagnasco ha accusato di dirsi cristiani più a parole che nei fatti. Ma anche le donne che ancora una volta vengono considerate da Berlusconi soltanto oggetti da utilizzare per quello che serve sul momento: oggetti di piacere, da prendere in giro nelle barzellette, da esibire come proprietà, da cedere all’amico Gheddafi perché faccia bella figura anche lui; o, meglio, perché creda di farla.
Perché non sono stati mandati 200, 300 o 500 uomini? Non ritengo sia perché Berlusconi creda che i maschietti si sarebbero più facilmente ribellati, visto che è molto abituato ai servitori. Più probabilmente perché sono meno belli da vedere e lui voleva fare bella figura con l'amico che aveva fatto scoppiare in volo l'aereo passeggeri soprra Lockerbie? Comunque Berlusconi dimostra vergognosamente ancora una volta di considerare le donne una sottospecie in vendita. E sì, perché, tra l'altro, pare certo che Gheddafi non sapesse che le ragazze erano pagate per partecipare al suo comizio parareligioso. Ci resta anche la curiosità di sapere se Berlusconi abbia fatto pagare l’agenzia che le ha reclutate di tasca sua, oppure di tasca nostra.

giovedì 26 agosto 2010

Il prossimo o il più vicino?

Devo ammettere che l’uscita di Giorgio Vittadini leader di Comunione e Liberazione al meeting di Rimini, mi ha fatto l’effetto di un raggio di sole che spazza le nuvole di un cielo cupo. Dopo che Famiglia Cristiana ha accusato Berlusconi di voler comandare solo lui e di avere diviso i cattolici italiani, l’ineffabile Vittadini ha detto che la posizione di dura critica il settimanale cattolico «è vecchia, parziale. Parte da una visione moralistica invece che dalla proposta di valorizzare il desiderio più vero delle persone. Se si riduce il desiderio ai propri schemi moralistici, non si pone nessuna radice per il cambiamento».
Davanti a una frase così, posso tirare un sospiro di sollievo perché il moralismo è scomparso dall’orizzonte cattolico, ma devo anche aggrottare la fronte perché, pur bazzicando da molto più tempo di quanto mi piaccia confessare in ambienti cattolici o paracattolici, mi rendo conto che della Chiesa e del Vangelo non ho capito proprio nulla perché proprio la Chiesa – almeno quella di Vittadini – non è moralista e, anzi, sprona le persone a valorizzare i loro desideri più veri perché questa è l’unica strada per arrivare al cambiamento.
Io – lo confesso – avevo capito tutt’altro. Avevo percepito, evidentemente in maniera falsa, che la morale fosse un caposaldo irrinunciabile di ogni buon cattolico e che fosse proprio la rigidità della Chiesa nell’applicazione di questa morale almeno in alcuni punti della vita civile - anche se la medesima rigidità non si applicava molto ad altri - ad avere dato le maggiori dimostrazioni di moralismo. Mi ero sentito dire che la mortificazione dei propri desideri in funzione della morale e comunque di disegni superiori era un pregio e non un difetto. Avevo creduto che fossero persone serie tutti coloro – alti prelati e Papi compresi – che da sempre parlano della conservazione come un valore che soltanto in rari casi può cedere il passo al riformismo.
Ora i casi sono due: o Vittadini e io parliamo di realtà del tutto diverse, oppure mi attendo di vedere mutamenti imminenti e stravolgenti nel comportamento della Chiesa e della stessa Comunione e Liberazione.
Ma c’è anche una terza ipotesi: che Vittadini – come il Berlusconi che tanto ammira – usi la religione per fare politica. Anzi, che usi un simulacro della religione per darsi una giustificazione di stare dalla parte politica che maggiormente se trascura il sociale e chi sta peggio e che è alleata e sostenuta dalla Lega che, con il suo razzismo, è la vera negazione dell’evangelico amore per il prossimo. A meno che per “prossimo” non si intenda soltanto “il più vicino”

domenica 22 agosto 2010

La cultura del ragionare

In questa estate che sta ponendo le basi per il fallimento politico, dopo che si è abbondantemente consumato quello programmatico, di Berlusconi, mi sembra il caso di guardare a cosa sta succedendo nel Friuli Venezia Giulia, dove nella maggioranza tutti fanno a gara per far finta che a livello nazionale non stia succedendo nulla.
Lasciamo pur perdere quelli dell'Udc che già da qualche anno avrebbero potuto recepire quello che dice il loro punto di riferimento primario, quel Casini che continua a ripetere che ogni alleanza con Berlusconi e i suoi è del tutto impossibile, se non per tempo breve e determinato al fine di dare vita a un governo di solidarietà nazionale che risolva un paio di problemi - tra cui quello di cambiare una legge elettorale schifosa e antidemocratica - prima di rimandare gli italiani alle urne. Ma d'altro canto anche i leghisti («Mai con Casini», dice Bossi) fanno lo stesso.
Ma sono i berlusconiani e i finiani a rappresentare davvero il massimo della capacità di far finta di niente per il timore di perdere potere e poltrone. E, per tentare di stornare l'attenzione dai loro problemi, tentano di creare nuove polemiche con la solita impudenza.
L'ultima è davvero rimarchevole: a tutti i livelli stanno attaccando il comune di Udine perché, a loro dire, sta «realizzando una cultura tutta politicizzata». Questa parte politica, che in realtà è davvero una fazione, anche se accusa di faziosità gli altri, è davvero assolutamente impermeabile al senso del ridicolo.
Pensate soltanto al Mittelfest che dal centrodestra è stato affidato alla sciagurata presidenza Devetag. Il risultato economico è che si è passati da un sensibile avanzo di bilancio a un profondo disavanzo. Quello artistico parla di una catastrofe qualitativa e quantitativa. Quello partecipativo mette in evidenza sbigliettamenti terribilmente bassi.
Ma forse quello che mette maggiormente in luce la faziosità della fazione berlusconiana e leghista di questa regione, va ricercata proprio nelle scelte cultural-politiche che non sono state certamente al di sopra delle parti: l'anno scorso uno degli incontri è stato dato direttamente in gestione agli uomini di Gladio che hanno reclamato a gran voce riconoscimenti e onori dallo Stato, ma che si sono ben guardati dal ricordare che l'esplosivo che ha dilaniato i carabinieri a Peteano era uscito proprio da un loro nascondiglio di armi. Come sempre se ne è dimenticato Cossiga.
Ora, per dimostrare di essere sopra le parti, tracciano già trionfanti bilanci per “Bianco e nero”, una manifestazione che deve ancora cominciare e che, presentando due mostre di fotografie e una di disegni, ha ottenuto ufficialmente 400 mila euro di contributi. A stanziare questi soldi - e forse anche altri - sono gli stessi che li hanno tolti a quegli attori e artisti regionali che la destra accusa il centrosinistra di non utilizzare.
Bene ha fatto il sindaco Honsell a rispondere a tono alle accuse. L'unica cosa che non mi trova d'accordo con lui è quando dice: «Alle sterili polemiche preferiamo la cultura del fare». Questa è una frase molto cara a Berlusconi e ai suoi. Io continuo a preferire la cultura del ragionare.