lunedì 12 aprile 2010

I punti di contatto

Devo confessare che questo silenzio insolitamente lungo non è dovuto a quello scoramento post-elettorale che avevo detto doveva essere breve. Me lo sono imposto, invece, perché temevo di poter fare, nel mio piccolo, qualche danno visto che immediatamente, come dopo ogni sconfitta, l’opposizione a Berlusconi ha cominciato ad autosbranarsi accusando gli altri per la mancata vittoria.
In questi giorni ho parlato e ascoltato e mi pare davvero diffusa la convinzione che nel centrosinistra tutti hanno qualche ragione e contemporaneamente qualche torto e che l’unica strada per uscire da questa vischiosa palude di reciproca diffidenza e antipatia è quella che porta a individuare le vicinanze ben prima che le distanze. Magari partendo da poche cose, ma sicure, per poi allargare il campo un po’ alla volta.
Su due cose credo, per esempio, che si potrebbe essere tutti d’accordo fin da subito.
Per prima, riferita ai tre medici di Emergency fermati in Afghanistan, la vergogna di dover chiamare "ministri" Frattini e La Russa. Il primo ha usato parole diplomaticamente ineccepibili ma sostanzialmente pesantissime, come del resto il tono usato nel pronunciarle, contro l’organizzazione di Gino Strada non appena si era diffusa la poco credibile notizia di una confessione dei tre. Poi, quando il governo di Kabul ha totalmente smentito la notizia della confessione, ha tentato di fare una velocissima, se pur malriuscita, retromarcia.
La Russa, invece, non si è neppure rimangiato – e non sarebbe stato facile farlo – le sorridenti dichiarazioni in cui sosteneva che Gino Strada sarebbe più saggio se avvese preso «le distanze dai suoi collaboratori», perchè «può sempre succedere di avere accanto, inconsapevolmente, degli infiltrati». Ci sarebbe anche da dire qualcosa sulle scomposte e quasi esultanti reazioni di Maurizio Gasparri: «Strada ha poco da fare lo spiritoso. Siamo in tanti ad avere espresso molti dubbi sui suoi rapporti in giro nel mondo». Ma parlare del capogruppo Pdl al Senato è sempre tempo perso.
E un’altra cosa su cui si potrebbe essere tutti d’accordo e nell’unirsi contro i razzisti che hanno fatto di nuovo polemica sulla prima sepoltura di rito islamico nel cimitero di Udine. Che una neonata non possa essere sepolta rivolta verso La Mecca perché questo può offendere dei sedicenti cattolici è cosa che dovrebbe far ribollire il sangue a tutti.
E poi, scusate: ma perché non scattare tutti immediatamente in piedi quando Berlusconi propone i suoi vaneggiamenti autoritaristici per la riforma elettorale. Ha ragione il geniale Altan nella sua caustica vignetta in cui accusa l'opposizione di accogliere alcuni dei più caustici veleni di Berlusconi con la stessa scarsa attenzione con cui accetterebbe un caffè al bar.

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