giovedì 15 aprile 2010

Fede e religione

Forse l'errore è quello di concentrare la propria attenzione sulla pochezza della politica. Forse la politica potrebbe fare comunque ben poco con questa società. Che poi sia stata anche la politica a farci sprofondare in questa società è un dato di fatto, ma inoltrarsi in questo circolo vizioso alla ricerca delle responsabilità non può dare alcun risultato.
Dico questo perché, anche se sicuramente prima o dopo bisognerà pur cominciare a risalire, ogni giorno ci troviamo di fronte a realtà che sgomentano. E l'unica via d'uscita può essere trovata lavorando sulla società ben prima che sulla politica.
Pensate alla storia di quei bambini che in una mensa scolastica vengono lasciati senza mangiare perché i loro genitori non riescono a pagare la retta. La prima reazione è di sbigottimento davanti al fatto che Pdl e Lega riescano a farsi tanto abbacinare dal predominio del denaro da non riuscire neppure a distinguere più tra adulti e bambini. Poi ci si rinfranca vedendo che un anonimo benefattore decide di pagare di tasca propria per i più poveri. Ma il pugno successivo è davvero di quelli che lasciano senza fiato: le mamme che i soldi li hanno si rifiutano a loro volta di pagare perché «non è giusto», dicono, che soltanto alcuni godano del buon cuore di qualcuno. Difficile spiegare loro che esiste qualcosa che si chiama solidarietà nei confronti dei più deboli. Difficile non pensare che il crescente potere leghista diventi quasi naturale visto il deserto etico e razzista - di pelle, religione, lingua, censo - che si sta allargando su queste terre.
E un altro pugno in pancia arriva dalla constatazione che l'unica voce della Chiesa che si alza contro questo abominio è quella del direttore di “Famiglia Cristiana", don Sciortino. Vescovi e cardinali parlano di altro, se parlano. Molti, invece, preferiscono agire senza parlare, come il presule di Trieste che, per evitare che i concetti della "Lettera di Natale" possano raggiungere troppa gente, preferisce cancellare la rubrica delle lettere al direttore del settimanale diocesano triestino.
Il problema è che volendo cancellare, tra gli altri, i concetti che Dio non è né bianco, né razzista, e dimostrando di non essere d'accordo con chi esprime queste idee, in pratica questi abominii finiscono per essere implicitamente sostenuti. Fortunatamente la religione non è sinonimo di fede.

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