sabato 13 marzo 2010

Il ladro e la privacy

I fatti sono noti a tutti: la Procura di Trani sta indagando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il commissario dell'Agcom Giancarlo Innocenzi e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini per concussione. Le intercettazioni telefoniche attestano che il nostro purtroppo presidente del Consiglio ha chiesto a Innocenzi di bloccare alcune trasmissioni televisive, come "Annozero" di Michele Santoro in occasione delle puntate sulla testimonianza di Spatuzza e sul processo Mills, e come le puntate di "Parla con me" di Serena Dandini quando gli ospiti erano Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro, rispettivamente fondatore e direttore di "Repubblica".
Altrettanto nota è la reazione di Berlusconi e di tutti i suoi portavoce: nessun commento sulle conversazioni contro la libertà di stampa e di espressione e un secco e ripetuto: «Bisogna bloccare le intercettazioni».
A me questo atteggiamento ricorda molto quello di quel ladro che, scoperto perché registrato dalle telecamere di sorveglianza, imprecava contro chi aveva trascurato il suo diritto alla privacy.
D'altro canto, bisogna pur capirli, Berlusconi e i suoi: dopo tutta la fatica fatta per mettere i vari Fede, Giordano, Liguori e Minzolini a controllare che tutte le notizie da dare in pasto al pubblico siano attentamente premasticate e depurate da ogni possibile particolare fastidioso, è per loro davvero intollerabile che la verità ogni tanto riesca ad arrivare alla gente senza alcun filtro che distorca la realtà.
Ma come si fa a votare per lui? Ma come si fa a non trovare un accordo tra tutte le opposizioni - votanti e non votanti - per salvare l'Italia e la sua Costituzione da queste violenze e da queste prepotenze?

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